00 08/02/2007 10:50
Nonostante la sua sempiterna potenza e divinità, ci fu un preciso momento in cui Dio, la cui Identità è personificata nell’agàpe, decise di darsi voce attraverso un Figlio, il suo Primogenito, la Parola di Dio, (greco: ho Lògos), che non è ‘Parola’ nel senso di espressione vocale o di voce di Dio, ma è tale perché dichiara la parola, essendone portavoce, ministro e rappresentante del Padre. Questi, sarebbe divenuto l’Architetto di Dio, Artefice della creazione.
Così, colui al quale il titolo di ‘Figlio’ è dato per eccellenza, risultò essere la prima delle imprese compiute dal Creatore:

“Il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni sua opera, fin d’allora. Dall’eternità sono stata costituita, fin dal principio, dagli inizi della terra. Quando non esistevano gli abissi, io fui generata; quando ancora non vi erano le sorgenti cariche d’acqua; prima che fossero fissate le basi dei monti, prima delle colline, io sono stata generata. Quando ancora non aveva fatto la terra e i campi, né le prime zolle del mondo; quando egli fissava i cieli, io ero là; quando tracciava un cerchio sull’abisso; quando condensava le nubi in alto, quando fissava le sorgenti dell’abisso; quando stabiliva al mare i suoi limiti, sicchè le acque non ne oltrepassassero la spiaggia; quando disponeva le fondamenta della terra, allora io ero con lui come architetto ed ero la sua delizia ogni giorno, mi rallegravo davanti a lui in ogni istante; mi ricreavo sul globo terrestre, ponendo le mie delizie tra i figli dell’uomo”.

“Cristo Gesù, il quale per opera di Dio è diventato per noi sapienza” , testimonia di sé e racconta ‘in questo caso la sapienza come opera del creatore, che allo stesso tempo è signore e perfezionatore della storia. Non c’è nessuna contraddizione nell’affermazione che Cristo è la sapienza di Dio’ , e come tale era con Dio durante l’esecuzione dei lavori. L’apostolo Paolo confermò ulteriormente il concetto secondo cui Cristo è la “Sapienza” di Dio, quando scrisse: “predichiamo Cristo potenza di Dio e sapienza di Dio”. (1 Cor 1, 24)

Quello di Proverbi 8 è un ‘passo celebre che colloca la sapienza alle origini dell’universo come la prima delle opere di Dio, presente come ordinatrice a tutta la creazione. Gli autori del NT, soprattutto Paolo e Giovanni, ricorreranno a questo testo per esprimere il mistero di Gesù Cristo e la sua opera, affermando che egli è la sapienza di Dio per noi, colui nel quale si assomma tutto ciò che Dio ha voluto comunicarci su di sé. La sapienza è raffigurata come l’architetto che esegue il disegno di Dio mettendo ogni cosa da lui creata al posto giusto. Una lettura cristiana vedrà in questo quadro un’allegoria secondo cui la sapienza è Cristo’.

Eusebio di Cesarea, in Storia ecclesiastica, (I, 2:14, 15) lo conferma, quando scrive: “Che esista una sostanza anteriore al mondo e sussistente, che ubbidisce ai comandi del Padre e Dio dell’universo per creare tutte le cose viventi, chiamata Verbo di Dio e Sapienza, è possibile apprenderlo, oltre che dalle prove già apportate, anche dalla Sapienza in persona, che con chiarezza rivela di sé queste cose per bocca di Salomone”.

Il fatto che Salomone parli della Sapienza come di qualcosa “creata”, [in ebraico qanàni, reso dalla versione greca dei LXX con èktisèn me] - “il Signore mi ha creato all’inizio della sua attività, prima di ogni opera”(Pr 8, 22), - indica che col termine Sapienza non si riferisce alla qualità posseduta dal Creatore, ma la sapienza di Dio condivisa col suo diletto Figlio, è personificata da Cristo, sapiente Artefice e collaboratore di Dio nella creazione.
Non è che Dio si sentisse in qualche modo ‘solo’ o ‘incompleto’, per cui decise di avere un Figlio che lo aiutasse nella realizzazione del suo progetto creativo, no! Il Figlio che Dio volle, fu il risultato della gioia incontenibile che l’Onnipotente provava guardando alla bellezza dei lavori che aveva in ‘cantiere’, il desiderio di condivisione di un progetto già esistente nel pensiero di Dio.

Emmaus@