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I Timoteo 3:16

Ultimo Aggiornamento: 19/12/2007 22:24
27/11/2007 11:32
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Dobbiamo confessare che grande è il mistero della pietà: Egli si manifestò nella carne, fu giustificato nello Spirito, apparve agli angeli, fu annunziato ai pagani, fu creduto nel mondo, fu assunto nella gloria. – CEI

I trinitari cercano di dimostrare che Gesù è Dio traducendo nelle loro versioni della Bibbia 1 Timoteo 3:16 con "Dio" anziché con "Egli" o "Colui". Questo succede in particolar modo in alcune vecchie versioni, come per esempio nella DI, ma non solo.
Un opuscolo dice: "Che dice la tua Bibbia? Se dice: "Dio è stato manifestato in carne", allora probabilmente possiedi una buona Bibbia. Se non lo dice, la tua Bibbia è basata su manoscritti falsi e corrotti.". (Le versioni della Bibbia. Per verificare l'autenticità della tua Bibbia. Eldred Thomas. Pag. 5)
Ma cosa dicono i manoscritti greci più attendibili? Essi hanno il pro-nome "Egli", non il sostantivo "Dio". Gli esperti di critica testuale sono concordi nel dire che in questo versetto la parola 'Dio' è dovuta all'errore di un copista. Quindi, oggi, quasi tutte le traduzioni concordano nell'omettere ogni riferimento a Dio in questo passo.
Per esempio, il riferimento a 1 Timoteo 3:16 nel Sinaitico dice: "Egli fu reso manifesto nella carne". È quindi evidente che in quel punto il testo era stato alterato in un tempo successivo, evidentemente per sostenere la dottrina della Trinità.
Come è nata questa variante? Ebbene, nei codici più antichi la pa-rola "Colui" era scritta "OC"; la parola "Dio" era molto simile in quanto pote-va essere scritta allo stesso modo, con una linea nella lettera "O" () ed una su entrambe le lettere (OC). Evidentemente, alcuni scribi poco onesti e senza scrupoli, avevano alterato la parola greca che significa "colui" in mo-do che si potesse leggere con "Dio" e così poter sostenere la falsa dottrina della trinità.
Ci vollero diversi secoli e la scoperta di manoscritti antichi per con-fermare la correttezza della versione "Egli", o "Colui". Un noto commentario del Nuovo Testamento afferma: "La lettura che, sulla base di evidenze esterne e probabilità trascrizionali, meglio spiegata da altre fonti è . Que-sta è sostenuta dai primi e migliori onciali (* A*vid C* Ggr) come pure da 33 365 442 2127 sirhmg, pal goth etnpp Origenelat Epifanio Gerolamo Teodoro Euterioacc. To Theodoreto Cirillo Cirilloacc. To PsOecumenius Liberato…nessun onciale (di prima mano) precedente all'VIII o al IX secolo () sostiene ; tutte le antiche versioni presuppongono  oppure ; e nessuno scrittore della let-teratura patristica precedente all'ultimo terzo del IV secolo attesta la lezione …". (A Textual Commentary on the Greek New Testament by Bruce M. Metzger. Copyright © 1971 by United Bible Societies. Corrected Edition, 1975. Pag. 641)
Un altro autore afferma che "nei manoscritti i nomina sacra sono spesso abbreviati, e così sembra essere anche in questo caso, dove la pa-rola theos, <> (QEOS in caratteri greci) viene abbreviata con due let-tere, theta e sigma (QS), con una linea tracciata al di sopra per indicare che si tratta di un'abbreviazione. Esaminando il Codex Alexandrinus Wettstein si accorse che la linea sovrastante era tracciata con un inchiostro diverso da quello delle parole circostanti e sembrava quindi dovuta a una mano posteriore (ossia apposta da uno scriba in un secondo momento). Inoltre, la lineetta orizzontale a metà della theta, Q, non era in realtà parte della lettera, bensì era filtrata dall'altro lato della vecchia cartapecora. In al-tri termini, invece di essere l'abbreviazione per <> (QS), la parola era composta da un omicron e da un sigma (OS), ed era quindi un vocabolo del tutto diverso, che significa soltanto <> (il quale). La lezione origi-nale del manoscritto non tratta dunque di Cristo come di <>, bensì di Cristo <>. Secondo l'antica testimonianza del Codex Alexandrinus, in questo passo Cristo non è chiamato in modo esplicito Dio. (Gesù non l'ha mai det-to (2007) Bart D. Ehrman, Mondadori; pagg. 131, 132)
Ad ogni modo è chiaro che è "Gesù" che "si manifesta nella carne ma è giustificato nello spirito (1Tm 3,16)" (Dizionario Biblico (1981) J. L. McKenzie), in quanto "Il <> è Cristo stesso". (Raymond E. Brown, Joseph Fitzmyer, Roland E. Murphy (edd.), Grande Commentario Biblico, Editrice Queriniana, Brescia 1973)
Per questo, alcune traduzioni, pur non attenendosi all'originale gre-co riconoscono ciò. Vediamo come alcuni traduttori hanno reso il passo:

Cristo TILC – Una Parola una Vita – Il Nuovo Testamento
da "La Bibbia in Lingua Moderna" (1991) – VP – BD
Gesù Bibbia per la Gioventù (1960) LDC
Christ CEV – NLT – New Testament in Modern Speech by
R. F. Weymouth (1909) – LB – New Life Study Tes-tament (1978) G. H. Ledyard – Nouveau Testament et Psaumes. Traduction Liturgique de la Bible (1993)
Who [Christ Jesus v. 13] The New Testament – An Expanded
Translation (1961) Kenneth S. Wues
el Hijo de Dio PTA
A questo punto, devo far notare anche delle incoerenze che si ri-scontrano in alcune versioni. Vediamo quali.

DI traduce con "Iddio". LU, che è una revisione della DI, traduce con "Colui". ND, che è una revisione di entrambi, torna a tradurre con "Dio".
KJ traduce con "God". ASV, NASB, RSV, NRSV, NIV che sono delle revisioni della KJ o delle sue revisioni, traducono con "He". NKJV, che è una revisione della KJ, torna a tradurre con "God".
SE traduce con "celui". SE'75, che è una revisione della SE, traduce con "Dieu".
AL traduce con "Aquele". AL'94, che è una revisione della AL, tra-duce con "Deus".

Comunque,oggi la quasi totalità delle traduzioni concorda nell'omettere ogni riferimento a "Dio" in questo versetto. Perciò, la maggioranza delle traduzioni più recenti traducono così: "Egli fu reso manifesto nella carne".
Non fu quindi Dio ad essere reso manifesto "nella carne", ma il suo diletto Figlio, riguardo al quale l'apostolo Giovanni scrisse: "E la Parola è divenuta carne…" (Giovanni 1:14), e noi l'abbiamo visto, mentre "Dio nessuno l'ha mai visto". (Giovanni 1:18 – CEI)
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