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Baruc (inclusa l’epistola di Geremia). I primi cinque capitoli vengono presentati come scritti da Baruc, scriba e amico di Geremia; il sesto capitolo è presentato invece come una lettera scritta da Geremia stesso. Il libro riporta le espressioni di pentimento e le invocazioni d’aiuto degli ebrei esiliati in Babilonia, esorta a seguire la sapienza, incoraggia a sperare nella liberazione promessa e denuncia l’idolatria babilonica.

Viene detto che Baruc si trovava in Babilonia (Baruc 1:1, 2), mentre la Bibbia indica che andò in Egitto, come Geremia, e non ci sono prove che sia mai stato in Babilonia. (Ger 43:5-7) Contrariamente alla profezia di Geremia che la desolazione di Giuda durante l’esilio in Babilonia sarebbe durata 70 anni (Ger 25:11, 12; 29:10), Baruc 6:2 dice agli ebrei che rimarranno in Babilonia per sette generazioni e poi saranno liberati.

Girolamo, nella prefazione al libro di Geremia, dice: “Non ho ritenuto valesse la pena tradurre il libro di Baruc”. L’introduzione al libro nella versione della CEI dice che lo scritto ha visto la luce verso il III-II sec. a.C.; quindi l’autore non può essere Baruc. La lingua originaria era probabilmente l’ebraico.