Gesù Cristo disse: “Voi dovete dunque pregare così: ‘Padre nostro che sei nei cieli, . . .’” Le preghiere devono quindi essere rivolte al Padre. Gesù disse pure: “Io sono la via e la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se voi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò”. (Matt. 6:9; Giov. 14:6, 14) Gesù mostrò quindi che nessun altro poteva ricoprire il ruolo di intercessore. L’apostolo Paolo aggiunse: “Cristo Gesù, che è morto, anzi, che è risuscitato, sta alla destra di Dio e intercede per noi”. “Può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore”. (Rom. 8:34; Ebr. 7:25, CEI) Se desideriamo veramente che le nostre preghiere siano esaudite da Dio, non sarebbe saggio accostarci a Dio nel modo indicato dalla sua Parola? (Vedi anche le pagine 216, 217, alla voce “Maria”).
Efes. 6:18, 19, CEI: “Pregate inoltre incessantemente . . . pregando per tutti i santi, e anche per me, perché quando apro la bocca mi sia data una parola franca, per far conoscere il mistero del vangelo”. (Il corsivo è nostro). (Qui vien dato l’incoraggiamento di pregare per i santi, non di pregare i santi o tramite loro. Il Dizionario Ecclesiastico [U.T.E.T., 1953-1958, Vol. III, p. 317] riconosce: “Di fatto, tutte le preghiere liturgiche della Chiesa sono sempre rivolte al Padre in nome di Gesù. . . . A rigor di dottrina, Dio solo dev’essere pregato, perché Dio solo ci può esaudire”).
Rom. 15:30, CEI: “Vi esorto perciò, fratelli, per il Signore nostro Gesù Cristo e l’amore dello Spirito, a lottare con me nelle preghiere che rivolgete per me a Dio”. (L’apostolo Paolo, egli stesso un santo, chiedeva ai conservi cristiani, essi pure santi, di pregare per lui. Si noti però che Paolo non rivolse la sua preghiera a quegli altri santi, né le loro preghiere a suo favore sostituivano l’intima relazione che Paolo stesso aveva personalmente col Padre mediante la preghiera. Confronta Efesini 3:11, 12, 14).