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La condizione dei morti

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2022 18:46
11/08/2013 18:57
Di solito si cerca di evitare di parlare di morte perché è comprensibilmente un argomento poco piacevole, ma varrebbe la pena soffermarvisi visto che si tratta di qualcosa che coinvolge tutti in prima persona. Quando muore qualcuno inevitabilmente le persone, anche se hanno le proprie convinzione forse in materia di aldilà o cose del genere, comunque dentro di loro si pongono domande circa la reale condizione di chi è morto Nel considerare la condizione dei morti, dobbiamo ricordare che il nostro progenitore, Adamo, non aveva un’anima. Era un’anima come dice Genesi 2:7: “Dio formò l’uomo dalla polvere della terra, gli soffiò nelle narici un alito vitale e l’uomo divenne un’anima vivente”. (Nuova riveduta 2006)
Dio spiegò chiaramente cosa avrebbe significato la morte per il peccatore Adamo: “..mangerai il pane col sudore del tuo volto, finché tu ritorni nella terra da cui fosti tratto, perché sei polvere e in polvere tornerai". Genesi 3:19. La Bibbia spiega ulteriormente cosa significa la morte: “I viventi sanno che moriranno; ma i morti non sanno nulla e per essi non c’è più salario, poiché la loro memoria è dimenticata. Il loro amore come il loro odio e la loro invidia sono da lungo tempo periti, ed essi non hanno più né avranno mai alcuna parte in tutto quello che si fa sotto il sole”. Ecclesiaste 9:5,6 (Nuova riveduta 2006)
Se ne deduce che i morti non sono coscienti, non continuano a vivere in qualche altro luogo né possono in alcun modo influire sulla vita dei loro cari. Per questo la Bibbia prosegue dicendo: “Tutto quello che la tua mano trova da fare fallo con tutte le tue forze, poiché nel soggiorno dei morti dove vai non c’è più né lavoro, né pensiero, né scienza, né saggezza”. Ecclesiaste 9:10
Ma allora siamo senza speranza, condannati a morire senza via d’uscita?
È proposito di Dio liberare noi e i nostri cari dalla morte adamica. Perciò la Bibbia parla dei morti come se dormissero. Per esempio, saputo che il suo amico Lazzaro era morto, Gesù Cristo disse ai discepoli: “Lazzaro, il nostro amico, è andato a riposare, ma io vado a svegliarlo dal sonno”. Dato che i discepoli lì per lì non afferrarono il significato di queste parole, Gesù disse chiaramente: “Lazzaro è morto”. (Giovanni 11:11, 14) Quindi si recò nella cittadina di Betania, dove le sorelle di Lazzaro, Marta e Maria, piangevano la morte del fratello. Quando Gesù le disse: “Tuo fratello sorgerà”, Marta espresse fede nel proposito di Dio di annullare gli effetti della morte sulla famiglia umana, dicendo: “So che sorgerà nella risurrezione, nell’ultimo giorno”. Giovanni 11:23, 24.
Marta non pensò affatto a un’anima immortale che continua a vivere in qualche luogo dopo la morte. Non credeva che Lazzaro fosse già andato in un reame spirituale per continuare a vivere. Marta aveva fede nella meravigliosa speranza di una risurrezione dei morti. Non pensava che un’anima immortale si fosse separata dal corpo di Lazzaro; capiva che il fratello morto aveva cessato di esistere. Il rimedio sarebbe stato la sua risurrezione.
Gesù Cristo ha ricevuto da suo Padre il potere di redimere l’umanità. Perciò, in risposta alle parole di Marta, disse: “Io sono la risurrezione e la vita. Chi esercita fede in me, benché muoia, tornerà in vita”. (Giovanni 11:25) Gesù dimostrò il potere conferitogli da Dio a questo riguardo quando si avvicinò alla tomba di Lazzaro, che era morto da quattro giorni, e lo riportò in vita. (Giovanni 11:38-44)
Soffermiamoci un momento a riflettere: Nessuno avrebbe bisogno di essere risuscitato, o riportato in vita, se un’anima immortale sopravvivesse alla morte. Infatti non sarebbe amorevole risuscitare qualcuno, come Lazzaro, ridandogli una vita imperfetta sulla terra, se avesse già ricevuto una meravigliosa ricompensa celeste. In effetti nella Bibbia non ricorre mai l’espressione “anima immortale”. Anzi le Scritture dicono chiaramente che l’anima umana peccatrice muore. (Ezechiele 18:4, 20) Quindi indicano che il vero rimedio contro la morte è il provvedimento di una risurrezione.
Gesù Cristo disse: “L’ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce [di Gesù] e ne verranno fuori, quelli che hanno fatto cose buone a una risurrezione di vita, quelli che hanno praticato cose vili a una risurrezione di giudizio”. (Giovanni 5:28, 29)
Cosa è più ragionevole credere? Che i morti vivano in un aldilà misterioso che alcuni chiamano paradiso, inferno e altro oppure che alla morte le persone si addormentino e che le loro speranze di vita sono nelle mani di Dio che ha in proposito di farle rivivere su una terra riportata alle condizioni paradisiache in cui era all’inizio?



16/08/2022 18:46
Post: 1
Registrato il: 15/08/2022
Utente Junior
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Credo abbia poca importanza ciò che accade dopo la morte, anche se è sostanzialmente esatto quanto afferma il Testimone di Geova - che mi ha preceduto in questa discussione - su quanto insegnato dalla Sacra Scrittura. Ciò che conta è ciò che accadrà dopo la risurrezione finale dei giusti e degli ingiusti: chi avrà accesso alla vita eterna e chi alla morte eterna, e parlo - seppure a titolo personale su questo argomento - da cattolico.
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