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Questo passo del lamento di Giobbe non è in contrasto con la dottrina della vita dopo la morte$? (*)

Ultimo Aggiornamento: 09/10/2013 15:55
18/04/2010 10:47
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Giobbe 3:17 "Laggiù i malvagi cessano di agitarsi" (CEI 1999)

(*) sotto condizione che la Bibbia sia (tutta) parola di Dio.. (come si fa ad esserne sicuri?)
07/09/2013 06:20
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lamento di giobbe
Io non vedo contrasti con la condizione dei morti in questo lamento.
09/10/2013 15:55
Il contrasto in realtà non c’è perché la Bibbia non contiene l’idea che ci sia la vita dopo la morte; per un semplice motivo: gli esseri umani non furono creati per ne per morire ne per vivere in un’altra dimensione. Lo si capisce da ciò che dice Genesi circa la creazione del primo uomo e della prima donna: davanti a loro c’era l’eternità, la morte era solo la pena prevista per l’eventuale disubbidienza al Creatore. Genesi 2:15-17 (CEI) narra: [15]Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. [16]Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, [17]ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti.
Solo dopo la violazione del comando di Dio fu introdotta la morte come sottolinea Romani 5:12 (CEI) [12]Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato.
La domanda a questo punto è: se non c’è vita dopo la morte quale speranza ci può essere per l’umanità? E per coloro che sono già morti? Lo stesso libro di Giobbe può aiutarci in Giobbe 14:13-15 (CEI): [13]Oh, se tu volessi nascondermi nella tomba,
occultarmi, finché sarà passata la tua ira, fissarmi un termine e poi ricordarti di me!
[14]Se l'uomo che muore potesse rivivere, aspetterei tutti i giorni della mia milizia finché arrivi per me l'ora del cambio! [15]Mi chiameresti e io risponderei, l'opera delle tue mani tu brameresti.

La Nuova Riveduta rende questo versetto come segue: “Se l’uomo muore, può egli tornare in vita? Aspetterei fiducioso tutti i giorni della mia sofferenza, finché cambiasse la mia condizione”. Leggendo il versetto 13 si può notare che i morti attendono nella tomba ‘finché cambi la loro condizione’. (Versetto 13) Mentre aspettano, non esistono. “L’uomo che è morto se n’è andato completamente; e quando il mortale cade, non è più”. — Giobbe 14:10, Settanta di Bagster.
E’ evidente che invece della sopravvivenza di qualcosa di spirituale della persona la verità è che l’unica vera speranza per i morti è quello di cui parla Gesù in Giovanni 5:28,29: [28]Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: [29]quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna.
La risurrezione dei morti è una degli insegnamenti più importanti della Bibbia e lo era anche per Gesù che ne parlò spesso. Del resto è molto più ragionevole del credere che si continui a vivere dopo la morte non si sa dove e per quale oscuro motivo. Non ha senso costruire qualcosa per uno scopo e poi utilizzarlo per qualcosa di completamente diverso. Questo è quello che vorrebbero farci credere coloro che propugnano la dottrina dell’immortalità dell’anima e tutte le sue varianti. In sostanza dicono che Dio ci creò come esseri in carne e ossa ma solo per farci vivere un po’ sulla terra per poi portare in cielo i più bravi e lasciare gli altri in chissà quale luogo di punizione eterna. Ciò che invece insegna la Bibbia è molto più semplice e ragionevole: Dio creò gli esseri umani per vivere sulla terra, l’uomo scelse di ribellarsi al dominio di Dio che lo punì per questo condannandolo a morire ma allo stesso tempo prese provvedimenti per riportare le cose alla condizione originale su una terra restaurata facendo dimostrare nel frattempo all’uomo se sia capace di vivere senza la guida divina. Lungi dall’essere in contrasto con il resto delle Scritture Giobbe 3:17 è in piena armonia con il messaggio di speranza che troviamo nella Bibbia.


(Dove sono i morti? Gen. 3:19: “Col sudore della tua faccia mangerai pane finché tornerai al suolo, poiché da esso sei stato tratto. Poiché polvere sei e in polvere tornerai”.
Eccl. 9:10: “Tutto ciò che la tua mano trova da fare, fallo con la tua medesima potenza, poiché non c’è lavoro né disegno né conoscenza né sapienza nello Sceol [“tomba”, Lu; “soggiorno de’ morti”, VR; “inferi”, CEI], il luogo al quale vai”.
In che condizione si trovano i morti?
Eccl. 9:5: “I viventi sono consci che moriranno; ma in quanto ai morti, non sono consci di nulla”.
Sal. 146:4: “Il suo spirito se ne esce, egli torna al suolo; in quel giorno periscono in effetti i suoi pensieri [“pensieri”, KJ; “disegni”, CEI, VR; “piani”, Ga]”.
Giov. 11:11-14: “‘Lazzaro, il nostro amico, è andato a riposare, ma io vado a svegliarlo dal sonno’. . . . Gesù disse loro apertamente: ‘Lazzaro è morto’”. (Anche Salmo 13:3)
C’è qualche componente dell’uomo che sopravviva alla morte del corpo?
Ezec. 18:4: “L’anima [“anima”, Di, Ma, Ri, Sa, Ti, VR; Na (18:20); “persona”, Con, Ga] che pecca, essa stessa morirà”.
Isa. 53:12: “Versò la sua anima [“anima”, Di, Na; “se stesso”, CEI, Con, VR] alla medesima morte”. (Confronta Matteo 26:38).
I morti possono in qualche modo aiutare i vivi o far loro del male?
Eccl. 9:6: “Il loro amore e il loro odio e la loro gelosia son già periti, ed essi non hanno più alcuna porzione a tempo indefinito in nessuna cosa che si deve fare sotto il sole”.
Isa. 26:14: “Sono morti; non vivranno. Impotenti nella morte, non si leveranno”.)

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