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Fede e...olio..

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2009 17:43
04/07/2008 15:37
Re:
clod66, 04/07/2008 9.30:

Molto bello l'intervento di Batyah.
La consacrazione divina, o la proclamazione alla regalità, esteriorizzata, proclamata, attraverso il rito della unzione dell'olio, altro non rappresenta che l'approvazione di D-o (scrivo così, in rispetto all'utente Batyah, che mi pare ebreo/a) , assegnata al candidato.






Ebrea. Il mio nome è composto da Bat (in ebraico: figlia) e Yah ( Dio). Batyah = Figlia di Yah (Dio).




Non sono in grado di dire se l'olio rappresentasse o meno pure la "Ruha" (credo e spero si scriva così) ossia lo spirito, la forza, che procedeva da D-o, guida per le scelte e le azioni dell'unto.
Certo è, che l'olio nel contesto neotestamentario, rappresenta sicuramente lo Spirito Santo, ed è attraverso di Lui che l'evento miracoloso trova compimento, in virtù di una preghiera rivolta con fede a D-o.




Suppongo che il concetto cristiano di "Spirito Santo" si avvicini a quello ebraico di "Shekhinàh" (deriva dalla radice sh_k_n che significa "risiedere",)che indica la presenza immanente di Dio in questo mondo (l'ebraismo afferma che quando due persone sono insieme e studiano parole di Torah, la Shekhinàh risiede in mezzo a loro).
Altro concetto simili è il termine biblico "Kavod", gloria. In Esodo 40,33 è detto che una volta completato il "Mishkàn", il Tabernacolo, Mosè non vi può entrare perchè la nube si è posata su di esso e la "gloria di Dio" ha riempito il Tabernacolo.

La letteratura rabbinica è sconfinata, e non vi vengono alla mente commenti che mettano in relazione la Shekhinàh, all'atto dell'unzione di un re, sacerdote o profeta...vedrò di documentarmi più approfonditamente.

Al momento ricordo solo diversi commenti rabbinici che a proposito dell'olio dell'unzione riferiscono che fosse pregiato e che il primo componente di questo olio è il "Mor Deror", mirra distillata o vergine, ovvero olio libero da contraffazioni. I Maestri paragonano l'olio ad un Maestro che deve avere la funzione di trasmettere sapienza con la propria presenza e il proprio esempio in modo tale da poter "accendere" ciò che è cmq, già presente nel discepolo, il quale deve saper brillare di luce propria. Ovvero, la Qedushà (la santità) di colui che viene unto con tale olio non proviene dall’olio; l’olio "accende" la Qedushà che è in potenza già nella persona.





Claudio
PS: Sono molto contento di scoprire un amico o amica ebrea in questo spazio di discussione.




Sono contenta di esserci e di poter conversare serenamente con degli ottimi interlocutori :-))
[Modificato da Batyah 04/07/2008 15:42]
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