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Fede e...olio..

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2009 17:43
03/07/2008 12:38
Post: 30
Registrato il: 11/12/2007
Utente Junior
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Ciao Roby66
definirei la mia una valutazione, più che una risposta.
Magari possiamo approfondirla insieme.

Giacomo, secondo la tradizione è lo scrittore della lettera.
Giacomo sembra inviare il suo scritto ad una cristianità prevalentemente giudaica, e forse a quella stessa che componeva il nucleo primitivo, che compose il nuovo ordinamento religioso nascente, il cristianesimo, anzi meglio definirlo come proto-cristianesimo.

Credo di non sbagliare se affermo che tale nucleo, ponte tra il giudaismo, e la "nuova via", non aveva ancora maturato il pensiero dottrinale per come noi oggi lo conosciamo.
Loro stessi sono stati strumento di comunicazione del pensiero e dell'azione nuova che noi oggi codifichiamo come il pensiero cristiano, la dottrina cristiana.

Dunque questo banalissimo mio affresco tende a motivare il forte legame con "il passato", l'ebraismo, che lo caratterizzava.
L'olio nella liturgia ebraica aveva e ha un posto molto importante, e la rilettura liturgica, questa volta cristiana, non poteva non tenerne conto.

La forte simbologia che l'olio aveva, continua ad averla nelle funzioni religiose cristiane e si affianca felicemente all'azione del nuovo credo.
Una azione che coopera con Dio, tramite Cristo Gesù, per l'ottenimento, il raggiungimento dei piani divini, guarigione compresa.
L'olio è la simbologia dello Spirito Santo che si pone come tramite tra la preghiera dell'uomo e l'azione guaritrice del Signore.

Nella mente del Giacomo che scrive l'olio è e continua a rimanere certamente un simbiolo, si affretta infatti a sottolineare come non sia l'olio l'elemento "guaritore" come parimenti non lo sono i presbiteri, gli anziani, ma è la preghiera che come una mano, afferra il dono della guarigione, il tutto fatto nel nome del Signore.

Oggi.

Oggi continua a rimanere un simbolo, e ancora oggi nella ubbidienza il popolo di Dio, la Chiesa, che riconosce in Cristo Gesù l'unico riferimento per qualunque azione divina, contatto ed esperienza, trova nell'ubbidienza a tale fatto rituale, che tale rimane, un segno di fede, non nell'olio, che sia chiaro ancora una volta, ma nella Parola che ha insegnato e tramandato il pensiero di Dio.
Sarò più schietto.
Il sottostare ad una simbologia, in modo irrazionale, l'olio è e rimane tale, spremuta di olive, esalta e rafforza il senso di abbandono nelle mani di Dio Padre, se vuoi, un atto di fede, esteriorizzato, si testimonia un evento di fede, che altrimenti rimarrebbe etereo.
Così come la malattia è un fatto fisico (ma pure spirituale) così l'atto di fede, assolutamente un atto spirituale si esteriorizza e si materializza, in un gesto, l'unzione, ottenendo una evidenza formidabile, un risultato concreto, la guarigione.

Spero di essere riuscito a darti qualche spunto su cui ragionare, magari insieme.
Ora vado a leggere la tua testimonianza di presentazione se l'hai fatta.
Ciao
Claudio



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