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Cosa consiglia di fare la WTS ai figli di Sonny?

Ultimo Aggiornamento: 10/08/2010 14:22
29/06/2008 12:28
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eccoti tutto ciò che volevi sapre e come la bibia risponde!
Manifestiamo lealtà cristiana quando un parente viene disassociato

1 I legami familiari possono essere molto forti. Per questo motivo un cristiano si trova davanti a una prova se il coniuge, un figlio, un genitore o un altro parente stretto viene disassociato o si dissocia dalla congregazione. (Matt. 10:37) In questi casi, i cristiani leali come dovrebbero trattare il parente? Fa differenza se la persona vive sotto lo stesso tetto? Innanzi tutto riesaminiamo ciò che ha da dire la Bibbia, i cui princìpi valgono sia per chi viene disassociato che per chi si dissocia.

2 Come trattare chi è stato espulso: La Parola di Dio comanda ai cristiani di non stare in compagnia di chi è stato espulso dalla congregazione: “[Cessate] di mischiarvi in compagnia di qualcuno chiamato fratello che è fornicatore o avido o idolatra o oltraggiatore o ubriacone o rapace, non mangiando nemmeno con un tal uomo. . . . Rimuovete l’uomo malvagio di fra voi”. (1 Cor. 5:11, 13) Anche le parole di Gesù riportate in Matteo 18:17 hanno relazione con l’argomento: “[Chi viene espulso] ti sia proprio come un uomo delle nazioni e come un esattore di tasse”. Gli ascoltatori di Gesù sapevano bene che a quel tempo gli ebrei non fraternizzavano con i gentili ed evitavano gli esattori di tasse considerandoli dei reietti. Pertanto, Gesù stava insegnando ai suoi seguaci a non stare in compagnia di chi era stato espulso. — Vedi La Torre di Guardia del 1° gennaio 1982, pagine 18-20.

3 Questo significa che i cristiani leali non intrattengono rapporti di natura spirituale con coloro che sono stati espulsi dalla congregazione. Ma c’è dell’altro. La Parola di Dio dice: “Non mangiando nemmeno con un tal uomo”. (1 Cor. 5:11) Pertanto evitiamo anche di avere contatti sociali con chi è stato espulso. Questo significa che non staremo con lui né in occasioni come picnic, feste e partite di pallone né per andare in un centro commerciale, a teatro o a mangiare a casa o al ristorante.

4 Che dire del parlare a un disassociato? Sebbene la Bibbia non menzioni ogni possibile situazione, 2 Giovanni 10 ci aiuta a capire qual è il punto di vista di Geova: “Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non rivolgetegli un saluto”. A questo riguardo, La Torre di Guardia del 1° gennaio 1982, pagina 25, dice: “Un semplice saluto può essere il primo passo che porta a una conversazione e forse anche a un’amicizia. Vorremmo fare questo primo passo con un disassociato?”

5 È proprio come viene detto a pagina 31 dello stesso numero della Torre di Guardia: “La realtà è che quando un cristiano si dà al peccato e dev’essere disassociato, perde molte cose: la sua posizione approvata dinanzi a Dio; . . . la piacevole compagnia dei fratelli, inclusa gran parte dell’associazione che aveva con i parenti cristiani”.

6 Nell’immediata cerchia familiare: Significa questo che i cristiani che vivono con un familiare disassociato debbano evitare di parlargli, di consumare un pasto con lui e di stare in sua compagnia mentre svolgono le attività quotidiane? La Torre di Guardia del 15 aprile 1991, nella nota in calce a pagina 22, dice: “Se un disassociato vive insieme ai suoi familiari cristiani, continuerà ad avere rapporti normali con loro e a partecipare alle attività quotidiane della famiglia”. Pertanto, saranno i componenti della famiglia a decidere fino a che punto coinvolgere il familiare disassociato quando mangiano o quando svolgono altre attività domestiche. Nello stesso tempo non vorranno dare ai fratelli con i quali si associano l’impressione che tutto continui come prima della disassociazione.

7 Tuttavia La Torre di Guardia del 1° gennaio 1982, pagina 28, parlando dei disassociati e dei dissociati, dice: “I precedenti vincoli spirituali sono stati completamente interrotti. Questo vale anche da parte dei suoi parenti, inclusi quelli nell’immediata cerchia familiare. . . . Ci saranno quindi cambiamenti nei rapporti spirituali che potevano esistere in famiglia. Per esempio, se il marito è disassociato, la moglie e i figli non sarebbero a loro agio se egli tenesse uno studio biblico familiare o li conducesse in preghiera. Se egli vuole dire la preghiera, come all’ora dei pasti, in casa sua ha diritto di farlo. Ma loro possono rivolgere silenziosamente a Dio le loro proprie preghiere. (Prov. 28:9; Sal. 119:145, 146) Che dire se in casa un disassociato volesse assistere alla lettura biblica o allo studio biblico familiare? Gli altri potrebbero consentirgli di essere presente per ascoltare, finché non cerca di insegnare o di discutere con loro le sue idee religiose”.

8 Se a essere disassociato è un figlio minorenne che vive in casa, i genitori cristiani sono ancora responsabili della sua educazione. La Torre di Guardia del 15 novembre 1988, pagina 20, dice: “Proprio come continueranno a provvedergli cibo, vestiario e alloggio, essi dovranno istruirlo e disciplinarlo in armonia con la Parola di Dio. (Proverbi 6:20-22; 29:17) I genitori amorevoli possono pertanto disporre di studiare la Bibbia con lui, anche se è disassociato. Forse trarrà il massimo beneficio disciplinare dal fatto che essi studiano con lui da solo. Oppure essi possono decidere che può continuare a partecipare allo studio biblico familiare”. — Vedi anche La Torre di Guardia del 1° ottobre 2001, pagine 16-17.

9 Parenti che non vivono sotto lo stesso tetto: “La situazione è diversa se il disassociato o dissociato è un parente che vive fuori di casa o non è dell’immediata cerchia familiare”, spiega La Torre di Guardia del 15 aprile 1988, pagina 28. “Potrebbe essere possibile non avere quasi nessun contatto col parente. Anche se eventuali questioni di famiglia richiedessero qualche contatto, è certo che questi contatti dovrebbero essere mantenuti al minimo”, in armonia con il comando divino di “cessar di mischiarvi in compagnia di qualcuno” che è un peccatore impenitente. (1 Cor. 5:11) I cristiani leali cercheranno di non stare inutilmente in compagnia di un tale parente e di mantenere anche gli eventuali rapporti commerciali al minimo. — Vedi anche La Torre di Guardia del 1° gennaio 1982, pagine 29-30.

10 La Torre di Guardia prende in esame un’altra possibile situazione: “Che fare qualora un familiare, come un figlio o un genitore, che non vive in casa fosse disassociato e successivamente volesse tornare a vivere in casa? La famiglia potrebbe decidere il da farsi a seconda delle circostanze. Per esempio un genitore disassociato potrebbe essere malato o non più in grado di badare a se stesso finanziariamente o fisicamente. I figli cristiani hanno il dovere scritturale e morale di assisterlo. (I Tim. 5:8) . . . Ciò che si farà può dipendere da fattori come gli effettivi bisogni del genitore, il suo atteggiamento e la considerazione che il capofamiglia ha per il benessere spirituale della famiglia”. — La Torre di Guardia del 1° gennaio 1982, pagina 29.

11 In relazione ai figli, l’articolo continua: “A volte i genitori cristiani hanno riaccettato in casa per un certo tempo un figlio disassociato che stava male fisicamente o emotivamente. In ciascun caso i genitori possono valutare le circostanze particolari. Il figlio disassociato viveva per conto proprio e ora non è più in grado di farlo? Oppure fondamentalmente vuole tornare a casa perché sarebbe una vita più facile? Che dire delle sue norme morali e del suo atteggiamento? Introdurrà del ‘lievito’ nella famiglia? — Gal. 5:9”.

12 Benefìci derivanti dalla lealtà a Geova: Cooperare con la disposizione scritturale della disassociazione ed evitare i trasgressori impenitenti reca benefìci. Preserva la purezza della congregazione e ci distingue come sostenitori delle elevate norme morali della Bibbia. (1 Piet. 1:14-16) Ci protegge da influenze corruttrici. (Gal. 5:7-9) Inoltre dà al trasgressore la possibilità di trarre pieno beneficio dalla disciplina ricevuta che lo aiuterà a produrre “un pacifico frutto, cioè giustizia”. — Ebr. 12:11.

13 Dopo un discorso udito a un’assemblea di circoscrizione, un fratello e sua sorella capirono che dovevano cambiare il modo in cui trattavano la madre, che viveva altrove e che era stata disassociata sei anni prima. Subito dopo l’assemblea l’uomo chiamò la madre e, dopo averle assicurato che le volevano bene, le spiegò che non le avrebbero più parlato se non per questioni familiari importanti. Di lì a poco la madre cominciò a frequentare le adunanze e poi fu riassociata. Inoltre il marito incredulo cominciò a studiare e in seguito si battezzò.

14 Sostenendo lealmente la disposizione scritturale della disassociazione diamo prova del nostro amore per Geova e rispondiamo a colui che lo biasima. (Prov. 27:11) In cambio possiamo contare sulla Sua benedizione. Il re Davide scrisse di Geova: “In quanto ai suoi statuti, non mi allontanerò da essi. Con qualcuno leale agirai con lealtà”. — 2 Sam. 22:23, 26.
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