Pace.
Sono a chiedere una analisi sulla parola greca usata , poi tradotta in italiano, nelle varie versioni, con : straordinari, non comuni, non volgari.
C.E.I.:
Atti 19:11 Dio intanto operava prodigi
non comuni per opera di Paolo,
Diodati:
Atti 19:11 E Iddio faceva delle
non volgari potenti operazioni per le mani di Paolo.
NT in greco traslitterato:
Atti 19:11 Dunameis te ou tas tuchousas ho theos epoiei dia tôn cheirôn Paulou,
Nuova Riveduta:
Atti 19:11 Dio intanto faceva miracoli
straordinari per mezzo di Paolo;
Il focus è questo:
Un miracolo (letteralmente, segno) in se stesso, non è mai un evento "normale", altrimenti non si tratterebbe di un "segno" dall'Alto, di un miracolo insomma.
L'idea poi che possano esserci miracoli comuni e miracoli straordinari, insomma, miracoli di seria A e di serie B, mi porrebbe in forte imbarazzo.
Tuttavia, leggendo, sembrerebbe così.
Cerco allora di capire se si potrebbe immaginare, leggendo il passo in oggetto, che al tempo,Dio si usò di Paolo, in questo caso, ma anche Pietro, Giovanni, Giacomo, Filippo, etc...in maniera straordinaria, fuori cioè da ciò che sarebbe stato l'ordinario, ossia, se fu un periodo della chiesa ove Dio per favorire l'annuncio del messaggio evangelico, usò i Suoi strumenti umani, per compiere fatti miracolosi che poi difficilmente si sarebbero riproposti, nelle quantità e caratteristiche, per come leggiamo nella Parola.
Alla base dell'ipotesi, c'è pure l'idea, che, essendo i fatti, narrati da Luca, inerenti al protocristianesimo, c'era forse la necessità di "giustificare" una certa mancanza (sporadicità o non eccezionalità) di fatti miracolosi già a partire dal tempo della redazione di Atti.
Grazie
Claudio