Espongo un caso che mi sta molto a cuore di un ex tdG.
E' di mia conoscenza una persona che, mentre frequentava la sua fidanzata (ufficiale, promessi in matrimonio) anch' essa tdG, per un motivo o per un' altro, il perchè e i dettagli sono affari loro "commisero fornicazione".
Entrambi decisi a non tenere nascosto il loro peccato davanti a Yhwh, lui decise di confessare il proprio "peccato" agli anziani di congregazione affrontando così un comitato giudiziario.
Lei invece, un pò per mancanza di sentimenti sinceri verso il ragazzo in questione, un pò per paura di essere giudicata una poco di buono e, di affrontare certi argomenti intimi e delicati in presenza di tre uomini inquisitori optò per dissociarsi direttamente.
Il ragazzo in questione, sinceramente pentito, appurato anche dal fatto che non ha esitato a confessare prontamente il suo peccato, ed essendo anche la prima volta che affrontava un comitato, perciò non recidivo, una volta esposto i fatti ai "tre anziani", gli venne posta questa domanda:
"Con Xxxx che intenzioni hai? Sai che lei si è dissociata, perciò sai a cosa vai incontro se vuoi continuare a frequentarla?
Non puoi continuare ad essere un testimone di Geova se non tronchi con lei."
Come fini la storia? Scelse lei, ovviamente essendo molto innamorato di questa ragazza, così venne disassociato in tronco.
Ora la mia domanda è questa:
- è lecito imporre ad una persona di lasciare la propria fidanzata, con cui ha scambiato una promessa di matrimonio, lacerando profondamente i sentimenti di costui, solo perchè lei decide di seguire un' altra "strada", pena l' ostracismo?
- se si, qual'è la base scritturale di questa imposizione?
Attendo vostre "risposte".
Grazie.
- Grazie Wts, a buon rendere! -
"....vivere è saper disegnare, senza gomma per cancellare..."