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Panoramica sui deuterocanonici

Ultimo Aggiornamento: 26/12/2007 11:47
26/12/2007 11:46
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Primo Maccabei. Storia della lotta degli ebrei per l’indipendenza nel II secolo a.E.V., dall’inizio del regno di Antioco Epifane (175 a.E.V.) alla morte di Simone Maccabeo (ca. 134 a.E.V.), in particolare delle imprese del sacerdote Mattatia e dei suoi figli, Giuda, Gionatan e Simone, contro i siri.

Questo è il più pregevole dei libri apocrifi per le informazioni storiche su questo periodo. Tuttavia, come osserva The Jewish Encyclopedia (1976, vol. VIII, p. 243), questa “storia è scritta da un punto di vista umano”. Come le altre opere apocrife, non faceva parte dell’ispirato canone ebraico. Fu evidentemente scritto in ebraico verso la fine del II secolo a.E.V.

Secondo Maccabei. Benché collocato dopo 1 Maccabei, si riferisce in parte allo stesso periodo (ca. 180-160 a.E.V.) ma non è opera dello stesso autore di 1 Maccabei. Lo scrittore presenta il libro come un sommario di precedenti opere di un certo Giasone di Cirene. Descrive le persecuzioni degli ebrei sotto Antioco Epifane, il saccheggio del tempio e la successiva ridedicazione.

Si parla di Geremia che, alla distruzione di Gerusalemme, avrebbe portato il tabernacolo e l’arca del patto in una caverna del monte da cui Mosè aveva visto il paese di Canaan. (2 Maccabei 2:1-16) Il tabernacolo naturalmente era stato sostituito dal tempio circa 420 anni prima.

Diversi versetti vengono citati dai cattolici per sostenere dottrine come quella del castigo dopo la morte (2 Maccabei 6:26) e dell’intercessione dei santi (15:12-16), e la correttezza di pregare per i morti (12:41-46, Ti).

Nella sua introduzione al libro di 2 Maccabei, la Nuovissima Versione della Bibbia (NVB, pp. 26, 27) dice che il suo stile e vocabolario, “pur avvicinandosi moltissimo a quello di scrittori ellenistici . . . è ricchissimo e ricercato”, adatto a “chi ama il linguaggio sonoro e ampolloso”. Lo scrittore di 2 Maccabei non pretende affatto di scrivere sotto ispirazione divina, anzi dedica parte del secondo capitolo a spiegare la sua scelta di un particolare metodo per trattare il soggetto. (2 Maccabei 2:24-33, Ri) E così conclude la sua opera: “Anch’io finirò qui il mio discorso. Il quale se procede bene, e come si conviene ad una storia, è quello che anch’io vorrei; se invece è riuscito meno conveniente, mi si perdoni”. — 2 Maccabei 15:38, 39, Ri.
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