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Ebrei 7,3

Ultimo Aggiornamento: 08/04/2007 15:28
17/02/2007 16:25
Post: 79
Registrato il: 07/11/2004
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Re:

Scritto da: Emmaus@ 12/02/2007 15.42
Non conoscendo la sua storia e la sua genealogia, la Bibbia lo descrive come ‘eterno’, senza principio né fine, e prende a prestito la sua figura come un tipo del Messia, anch’egli Sacerdote e Re.
Anche Cristo, però, ebbe un principio, come testimonia egli stesso nell’ottavo capitolo del libro dei Proverbi, dove parla di sé come della Sapienza di Dio personificata nel Figlio, la Parola.

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Di Melchisedec sicuramente possiamo dire che egli ha avuto in quanto uomo un'inizio ed una fine, ma nei confronti del Figlio di Dio, associando proprio i testi che tu hai citato all'inizio, non possiamo dire la stessa cosa. Infatti tra l'altro Melchisedec è solamente "rassomigliato" al Figlio di Dio, non c'è una vera e propria identificazione.


Dal momento che nessuno conosce esattamente quando ebbe inizio l’esistenza del Figlio, e l’unico elemento a disposizione è la testimonianza biblica, secondo la quale egli esiste “dal principio”, cioè “dagli inizi della terra”, prima ancora che fosse data esistenza ad “ogni creatura” creata “per mezzo di lui”, sì, dal momento che nessuno conosce la sua età, anche del Figlio, come di Melchisedec, viene detto che è eterno . (Pr 8, 23; Col 1, 15-16 )

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Questa è una tua interpretazione. Quando io trovo la parola "eterno" (olam in ebraico), io penso ad un'esistenza senza fine. Altrimenti non si sarebbe usata quella parola.


Così com’è intesa l’eternità del Figlio descritta in Ebrei, allo stesso modo è da intendersi l’eternità del Figlio secondo le parole del profeta Michea.

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Il testo di Michea va molto al di là di ciò che tu affermi. In quel brano è chiaramente detto che le "origini" del Messia sono "eterne" non c'è spazio per la speculazione. E' come se io volessi dire che visto che Dio è definito in Daniele "l'Antico dei giorni", allora significa che Egli ha avuto un'origine... [SM=g27988]




Ma, in che modo dobbiamo intendere le parole di Isaia, quando parla di Gesù come “Padre eterno”? In che senso egli è anche ‘Padre’?
La paternità di Gesù è strettamente legata alla redenzione dell’umanità. L’uomo era destinato alla morte eterna, a causa del peccato ereditato dal primo Adamo. Dio volle che Cristo divenisse per l’uomo “l’ultimo Adamo”, (1 Cor 15, 45) il ‘Padre adottivo’ del genere umano. Fu per mezzo del suo sangue perfetto, versato nel suo sacrificio, che acquistò l’umanità come “figli”, divenendo così il Redentore, il Salvatore e il Padre eterno, poiché ogni speranza di vita eterna per l’uomo, da allora in avanti, sarebbe dipesa dal riconoscere in Cristo il proprio Signore e Re.
Avendo acquistato l’umanità col suo prezioso sangue, Gesù è divenuto il “Padre eterno”dell’umanità redenta.



Sulla tua spiegazione circa il "Padre" sono d'accordo con te. Ma rimane il termine "eterno" che credo non puoi liquidare semplicemente dicendo "perchè non si conosce il momento della Sua creazione". Egli è eterno e con questa parola c'è dentro tutto...


http://andreabelli75.wordpress.com/

http://progettostudiodellabibbia.wordpress.com/
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