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Filippesi 2,10 Pregare Gesù?

Ultimo Aggiornamento: 11/12/2008 23:31
12/02/2007 15:36
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Registrato il: 18/01/2007
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Sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, il destinatario delle preghiere è sempre stato il Padre. Nella Bibbia non sono mai rivolte preghiere a Gesù, né viene detto di pregarlo.
In Matteo 4, 10, nella conversazione che Gesù ebbe con Satana, tra le altre cose, disse: “Adora il Signore, tuo Dio; a lui solo rivolgi la tua preghiera”. (Parola del Signore) E’ chiaro, dunque, che Gesù vuole che le nostre preghiere siano rivolte solo al Padre, mentre il ruolo di Cristo nelle nostre preghiere, è quello di intermediario, mediatore, intercessore tra noi e Dio; infatti San Paolo scrisse: “E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre”. (Col 3, 17)
Quando la scrittura dice: “nel nome del Signore Gesù” o “per mezzo di lui”, non vuol dire che noi pregheremo Gesù, e lui a sua volta trasferirà al Padre la nostra richiesta, piuttosto, rivolgeremo al Padre le nostre preghiere, certi che la nostra fede nel prezioso sangue sparso da Cristo in nostro favore, permetterà alle nostre preghiere di giungere all’Altissimo Sovrano dell’Universo.
Cosa intende dire allora Filippesi 2, 10, quando dice: “Perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto la terra”? Queste parole vogliono essere un invito a rivolgere la nostra preghiera a Gesù? No! Questa frase indica qual è il nome nel quale tutti coloro che si piegano in ginocchio [al Padre], si uniscono in preghiera e in adorazione, grazie a Cristo Gesù che rende tutti i cristiani uniti nell’adorazione del solo vero Dio.
Una scrittura che sembra voler sostenere la legittimità della preghiera rivolta a Gesù, è quella di Atti 7, 59 , nella quale si legge: “E così lapidavano Stefano mentre pregava e diceva: «Signore Gesù, accogli il mio spirito».” In altre versioni, nello stesso passo, al posto del verbo “pregare”, viene usato il verbo greco epikaleomai, che ha il senso di “invocare”. In realtà, quando nelle Scritture si fa riferimento alla preghiera rivolta a Dio, (vedi At 6,6; 8,15; 9,11; 10,4), è usato il verbo greco proseuchomai, termine relativo alla preghiera rivolta a Dio. Nella scrittura in questione, invece, (come anche in At 8,31 e 9,38 [invitare]) viene usato il verbo greco epikaleomai, che ha il senso di chiamare, interpellare, invocare, fare appello.
La ragione per cui in Atti 7, 59 viene usato il verbo greco epikaleomai, invece del verbo proseuchomai, è ovvia: lo scrittore ispirato non voleva attribuire a Stefano una preghiera rivolta a Gesù, ma una richiesta, un appello. Richieste e suppliche, infatti, possono essere rivolte anche a uomini, (vedi At 25,11: “mi appello a Cesare”), ma in questi casi ci si riferisce ad una preghiera comune, una richiesta, una supplica, che è assai diversa dalla preghiera in senso religioso, quella rivolta a Dio.
Gesù disse: “Io sono la via…Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. (Gv 14, 6)
Dovremmo quindi rivolgere le nostre preghiere a Dio tramite Gesù, non direttamente a Gesù!

Saluti/Emmaus@
12/02/2007 16:34
Post: 25
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Utente Junior
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ma io leggo:
"E quando di nuovo introduce il Primogenito nel mondo, dice: Tutti gli angeli di Dio l’adorino" (Ebr. 1:6). Ora, noi sappiamo che gli angeli adorano solo Dio "L’esercito de’ cieli t’adora" (Neh. 9:6); quindi, siccome gli angeli sanno che si deve adorare solo Dio essi sanno e riconoscono che il Figlio di Dio è Dio.

Quindi se lo fanno gli angeli perche' non dovremmo farlo noi? ...anzi quanto piu' dobbiamo farlo noi!
...Efesini 4:15 "ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo."
12/02/2007 19:14
Post: 7
Registrato il: 07/02/2007
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Caro Emmaus, sono diversi gli esegeti che vedono in Fil 2,5 e seguenti se non un inno cristologico professato nella chiesa primitiva, un componimento paolino a Cristo, questo di per se dovrebbe farti capire che le conclusioni a cui arrivi sono errate, proprio perchè citi un "cantico" rivolto proprio a Cristo Gesù.
Seconda considerazione, trovo davvero strano commentare un'affermazione in cui si asserissce che Gesù ha ereditato un mone al di sopra di ogni altro, e davanti a cui ogni uomo piegherà le sue ginocchia, cioè si dovrà prostrare in segno di adorazione (latria)e dovrà confessarlo come Signore, vuole esprimere in realtà un invito a non invocarlo. Ma basterebbe anche meno per capire che non ha fondamento questa prassi di non pregare Gesù, solo riflettendo sulla formula con cui termina l'apocalisse,(compare anche in I° Cor 16.22) che è stata poi utilizzata fin dall'inizio dalla Chiesa nascente
Ap 22:17 Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». E chi ode, dica: «Vieni». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita."

L'invito a pregare Gesù, vieni Signore Gesù, non a pregare il Padre perchè mandi il figliolo alla fine dei tempi. Vieni Signore Gesù, questo dice la sposa, questo dice lo Spirito

"17 Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». E chi ode, dica: «Vieni». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell'acqua della vita. 18 Io lo dichiaro a chiunque ode le parole della profezia di questo libro: se qualcuno vi aggiunge qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo libro; 19 se qualcuno toglie qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dell'albero della vita e della santa città che sono descritti in questo libro. 20 Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!» Amen! Vieni, Signore Gesù! 21 La grazia del Signore Gesù sia con tutti."
12/02/2007 23:33
Post: 9
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Utente Junior
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In Atti 7:59 troviamo Stefano, che nel momento del martirio, invoca direttamente il Signore Gesù:

"Così lapidarono Stefano, che invocava Gesù e diceva: «Signor Gesù, ricevi il mio spirito»" (At. 7:59)
................................................................................................................................................
"Non dipende dunque né da chi vuole né da chi corre, ma da Dio che fa misericordia." (Ro. 9:16)
13/02/2007 09:26
Post: 8
Registrato il: 07/02/2007
Utente Junior
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La concordanza biblica, evidenzia che ci sono passi in cui per invocare e appellarsi a Dio Padre si utilizza lo stesso vocabolo, mi sembra che l'argomentazione terminologica sia molto labile.

http://www.sacrednamebible.com/kjvstrongs/CONGRK194.htm
11/12/2008 23:31
Post: 5
Registrato il: 09/12/2008
Utente Junior
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Alle volte mi stupisco perfino della facilità con cui un ateo si voglia prendere beffa del Signore onnipotente, Creatore del cielo e della terra !

Giovanni 14, 12..13:
[12]In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. [13]Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.

Filippesi 2, 11: e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre.



Come vedi, la Parola di Dio è una vera... condanna per gli atei, e non una vittoria...



[SM=g7059]


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