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Giovanni 14, 28

Ultimo Aggiornamento: 18/12/2008 23:15
08/02/2007 11:46
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Il fatto che Gesù sia definito ‘Dio’, non vuol dire che in cielo esistano più Dèi, che coesistano divinità uguali e distinte nello stesso Dio, o che Dio si manifesti in modi differenti, prendendo forma di Padre, di Figlio o Spirito santo. Il titolo ‘Dio’ attribuito al Figlio, è da intendersi rispetto alla razza umana, non rispetto a chi condivide la sua natura spirituale. Infatti, mentre le Scritture parlano del Padre come del Dio di Gesù, in nessun posto si legge che Gesù è Dio del Padre.

Gesù è ‘Dio potente’, perché si pone quale rappresentante e ‘strumento’ per spiegarci il solo vero Dio, ma rispetto al Padre, (l’Iddio Onnipotente), egli è inferiore, sottomesso, a Lui dipendente. E’ per questa ragione che Gesù potè dire:‘il Padre è maggiore di me’. (Gv 14, 2[SM=g27989]
Per lui il Padre era anche il suo Dio, Colui al quale doveva ubbidire, e con sottomissione e abnegazione assolvere i ruoli o gli incarichi affidatigli dal Padre.
‘Il Padre è più di lui, perché in lui Gesù ha le sue origini, il Padre lo ha consacrato e inviato e tutto ciò che Gesù ha, proviene dal Padre’.

Per Cristo, dunque, il Padre è sempre stato maggiore rispetto a lui, e non solo in quanto uomo, ma anche nei tempi antecedenti e successivi alla sua esperienza umana sulla terra, quando visse e poi tornò a rivivere nei cieli la sua esistenza divina.

Per illustrare il legame che esiste tra il Padre e il Figlio, possiamo prendere a prestito l’esempio biblico dell’unione che esiste tra marito e moglie. Anche se parliamo di nature differenti, (la prima spirituale e divina, la seconda carnale e umana), di fatto si tratta di una similitudine.
Quando Dio creò la prima coppia umana, la creò a sua immagine e somiglianza (Gn 1, 27) e Dio disse loro: “Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”.

L’atto matrimoniale in sé, unì l’uomo e la donna, rendendoli “una sola carne”, proprio come disse Gesù: “Così che non sono più due, ma una carne sola. Quello dunque che Dio ha congiunto, l’uomo non lo separi”.
L’argomentazione di Cristo è ovvia: benché siano due persone distinte, con la propria personalità e il proprio carattere, tuttavia l’unione matrimoniale li rende ‘uno’, intimamente uniti.

La stessa esortazione a non separare ciò che Dio ha aggiogato insieme, è una chiara conclusione che si sta parlando di persone distinte ma unite nel conseguimento degli stessi progetti, scopi, obiettivi e intenti, e non di una sola carne o persona in senso letterale, né di una forma o modo di apparire occasionale: ora in forma di marito, ora in forma di moglie.

Il racconto biblico sulla relazione tra marito e moglie, rivela il tipo di relazione che esiste tra il Padre e il Figlio: una relazione di intima unione, espressa anche in altri passi biblici, come le seguenti scritture:
«Ora, colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la propria fatica».(1°Cor 3, 8 NR)

«Che siano tutti uno; e come tu, o Padre, sei in me e io in te, anch’essi siano in noi: affinchè il mondo creda che tu mi hai mandato». (Gv 17, 21 NR)

«Io e il Padre siamo una cosa sola». (Gv 10, 30)

Oltre a fare luce sul significato di unione, le Scritture rivelano anche una dipendenza dell’uno verso l’altro. Al riguardo, Paolo disse: ‘Voglio che sappiate che di ogni uomo il capo è Cristo, e capo della donna è l’uomo, e capo di Cristo è Dio’.
Benché marito e moglie siano ‘una cosa sola, tuttavia, Paolo parla anche di una posizione gerarchica: il marito è capo della moglie, come Dio (il Padre) lo è di Cristo (il Figlio) . Infatti, proprio come la moglie appartiene al marito, allo stesso modo ‘Cristo è di Dio’.

Comprendiamo così che, non solo il Padre e il Figlio sono due entità spirituali a sé stanti, ma nello stesso tempo occupano una differente posizione.
La differenza gerarchica tra Padre e Figlio, non riguarda solo il periodo in cui Gesù fece la sua esperienza come uomo sulla terra, ma sia prima di divenire uomo che dopo essere tornato al Padre, continuò a dipendere da Lui, il suo Dio e Padre.

I Vangeli, le lettere apostoliche e l’Apocalisse, furono scritte dopo l’ascensione di Cristo in cielo, quando ritornò nella posizione “che è nel seno del Padre”.

Se dunque il Figlio, avesse detto che ‘il Padre è maggiore’ di lui, solo perché in quel momento era uomo, come minimo le Scritture avrebbero parlato successivamente di lui come del Figlio che tornò ad essere Dio, coeguale e coeterno col Padre. Invece, nulla di tutto ciò!
Benché in qualche caso, le Scritture definiscano Gesù ‘Dio’, ciò nonostante, continuano a parlare del Figlio come di uno che, pur essendo tornato ai cieli, rimane comunque inferiore, subordinato e sottomesso al Padre.

Già come uomo, durante la sua vita terrena, si espresse molte volte facendo riferimento al Padre come al suo Dio. Egli, ad esempio, mentre era in punto di morte, urlò al Padre: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” Se Cristo fosse stato davvero ‘Dio-Uomo’, non avrebbe avuto alcun senso pregare se stesso. Invece, supplicò il suo Dio e Padre, fiducioso che l’avrebbe aiutato a bere da quel calice di vino amaro: « Proprio per questo nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà; pur essendo Figlio, imparò tuttavia l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono, essendo stato proclamato da Dio sommo sacerdote alla maniera di Melchìsedek ».

L’angoscia e la passione con la quale Gesù gridò al Padre, mostrano la sua completa natura umana, il suo estremo bisogno di Dio, la necessità di ricevere quella forza oltre il normale che Dio elargisce attraverso il suo Spirito.
Tutto questo dimostra che Gesù, quando visse come uomo, era solo uomo e non Dio. Se tale poteva considerarlo la gente comune, era per le cose straordinarie che Dio compiva attraverso lui, non perché credessero che Gesù fosse Dio in terra, perché “Dio nessuno l’ha mai visto”.

Emmaus@
08/02/2007 12:08
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Re:

Scritto da: Emmaus@ 08/02/2007 11.46
Il fatto che Gesù sia definito ‘Dio’, non vuol dire che in cielo esistano più Dèi, che coesistano divinità uguali e distinte nello stesso Dio, o che Dio si manifesti in modi differenti, prendendo forma di Padre, di Figlio o Spirito santo. Il titolo ‘Dio’ attribuito al Figlio, è da intendersi rispetto alla razza umana, non rispetto a chi condivide la sua natura spirituale. Infatti, mentre le Scritture parlano del Padre come del Dio di Gesù, in nessun posto si legge che Gesù è Dio del Padre.

Gesù è ‘Dio potente’, perché si pone quale rappresentante e ‘strumento’ per spiegarci il solo vero Dio, ma rispetto al Padre, (l’Iddio Onnipotente), egli è inferiore, sottomesso, a Lui dipendente.



ma io trovo scritto per esempio in Apocalisse 1;8 «Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente». Questo detto di DIO ma poi poco piu' in la al v.17 "«Non temere, io sono il primo e l'ultimo, 18 e il vivente" Questo riferito al Figlio di Dio.






Scritto da: Emmaus@ 08/02/2007 11.46

E’ per questa ragione che Gesù potè dire:‘il Padre è maggiore di me’. (Gv 14, 2[SM=g27989]
Per lui il Padre era anche il suo Dio, Colui al quale doveva ubbidire, e con sottomissione e abnegazione assolvere i ruoli o gli incarichi affidatigli dal Padre.
‘Il Padre è più di lui, perché in lui Gesù ha le sue origini, il Padre lo ha consacrato e inviato e tutto ciò che Gesù ha, proviene dal Padre’.



Non concordo, infatti quando si riferisce all'inferorita' del Cristo si sta parlando della sua natura puramente Umana...in tal senso, in quanto legato al tempo, allo spazio fisico e' inferiore ma NON PER QUANTO RIGUARDA LA SUA NATURA DIVINA.



Scritto da: Emmaus@ 08/02/2007 11.46
Per Cristo, dunque, il Padre è sempre stato maggiore rispetto a lui, e non solo in quanto uomo, ma anche nei tempi antecedenti e successivi alla sua esperienza umana sulla terra, quando visse e poi tornò a rivivere nei cieli la sua esistenza divina.

Per illustrare il legame che esiste tra il Padre e il Figlio, possiamo prendere a prestito l’esempio biblico dell’unione che esiste tra marito e moglie. Anche se parliamo di nature differenti, (la prima spirituale e divina, la seconda carnale e umana), di fatto si tratta di una similitudine.



Non credo che l'esempio calzi granche'...in quanto, piuttosto eviterei di fare esempi di cose spirituali, e sopratutto di qualcosa di cosi' UNICO, e cioe' del rapporto tra LE TRE PERSONE DELLA TRINITA'.
...ma io ho i preconcetti religiosi confezionati...e tu prediche cose che gia' nel primo secolo erano combattute e considerate non valide...mai sentito parlare dei Nicolaiti?
...Efesini 4:15 "ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo."
08/02/2007 12:31
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ma io trovo scritto per esempio in Apocalisse 1;8 «Io sono l'alfa e l'omega», dice il Signore Dio, «colui che è, che era e che viene, l'Onnipotente». Questo detto di DIO ma poi poco piu' in la al v.17 "«Non temere, io sono il primo e l'ultimo, 18 e il vivente" Questo riferito al Figlio di Dio.



Esaminiamo il significato di queste scritture che, a primo acchito, farebbero di Gesù e del Padre suo, lo stesso unico Dio.
La prima è quella di Isaia 48, 12, nella quale Dio esorta Israele con queste parole: “Ascoltami, Giacobbe, e tu, Israele, che io ho chiamato. Io sono; io sono il primo e sono pure l’ultimo”. (NR) Nella seconda, quella di Apocalisse 1, 17, si legge la testimonianza dell’apostolo Giovanni, il quale, con riferimento al Cristo, racconta: “Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli pose la sua mano destra su di me, dicendo: ‘Non temere, io sono il primo e l’ultimo’. (NR)
Come si può notare, tanto Dio quanto Gesù, nelle due diverse circostanze, parlano di sé come del “primo e ultimo”.
Il fatto che entrambi si definiscano tali, li rende effettivamente un unico Dio? No, e un’analisi della forma grammaticale e del contesto, mostrano il perché!

In Isaia, le parole che Dio rivolse al suo popolo, quando si presentò dicendo: “Io sono il primo e sono pure l’ultimo”, in greco sono rese così: “ego eimi protos kai eschatos”, a differenza delle parole che Gesù rivolse a Giovanni, nella sua Apocalisse, che in greco sono: “ego eimi ho protos kai ho eschatos”.
La forma grammaticale delle due espressioni, presenta una chiara distinzione: mentre nelle parole di Gesù c’è la presenza dell’articolo determinativo ho, mostrando in tal modo che “primo e ultimo” riferito a Cristo è un titolo, nelle parole pronunciate da Dio stesso, l’articolo manca, descrivendo così la qualità o la natura di Dio.

Dando uno sguardo anche al contesto delle parole riferite a Gesù, noteremo che, il ‘primo e ultimo’ di Apocalisse, è relativo al Cristo risorto, in quanto, al versetto successivo Gesù è chiamato “il vivente”, aggiungendo: “Ero morto, ma ecco sono vivo per i secoli dei secoli, e tengo le chiavi della morte e dell’Ades”. ( Ap 1,1[SM=g27989]

Comprendiamo, dunque, che: mentre “protos kai eschatos”, riferito a Dio, ne descrive la natura eterna, quando si riferisce al Cristo è per descriverne la sua ‘primizia’ dai morti, il suo privilegio d’essere il primo e l’ultimo ad essere risuscitato direttamente da Dio.
“E’ lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato”. (Col 1, 18 NR) Tutti gli altri, ritorneranno in vita, mediante la risurrezione, per mezzo di Cristo Gesù, in quanto, “quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori”. (Gv 5, 28 NR)

Come puoi vedere, dunque, l’attribuzione dello stesso appellativo, non fa del Padre e del Figlio, un unico Dio!



Non concordo, infatti quando si riferisce all'inferorita' del Cristo si sta parlando della sua natura puramente Umana...in tal senso, in quanto legato al tempo, allo spazio fisico e' inferiore ma NON PER QUANTO RIGUARDA LA SUA NATURA DIVINA.



L’apostolo Giovanni, dopo più di 60 anni che Gesù era tornato alla vita celeste, scrisse la sua Apocalisse, nella quale parla del Signore Gesù risuscitato e del “suo Dio e Padre”. (Ap 1, 6) Benchè tornato nella sua posizione divina, Gesù continua a considerare il Padre ‘suo Dio’, non più come uomo, (come potrebbe giustificare qualunque sostenitore di una trinità coeguale), ma come Figlio di Dio asceso al cielo, in una posizione subordinata e sottomessa al Padre, visto che continua a parlarne come di una persona superiore a lui: «Il vittorioso, lo porrò come colonna nel tempio del mio Dio e giammai ne uscirà; vi scriverò il nome del mio Dio e il nome della città del mio Dio, la nuova Gerusalemme che discende dal cielo da presso il mio Dio».

Quando alla risurrezione, Gesù ritorna ‘nella posizione del seno del Padre’, è ovvio che non intende dire ‘nella persona del Padre’ o ‘nella persona di Dio’, ma “accanto al Padre”, che continua ad essere il suo Dio. Rafforzano ancora questo concetto le seguenti parole di Paolo ai Colossesi: «Cercate le cose del cielo, dove Cristo regna accanto a Dio».

Degno di nota è anche il passo di Giovanni 16,28 (NR), che dice: “Sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio il mondo, e vado al Padre”.
Quando il Vangelo, nel riportare le parole pronunciate da Gesù, dice: “vado al Padre”, usa l’espressione greca “poreumai pros ton patera”, parole presenti anche in Giovanni 1,1 dove, per esprimere la posizione occupata da Gesù prima di venire sulla terra, dice che Gesù era “pros ton theon”, e subito dopo dice che ritorna “pros ton patera”, ovvero: non dentro a un qualche Essere composito, ma dove si trovava prima, cioè “presso il Padre”, l’unico Dio.

Un’altra occasione in cui il Figlio viene visto in una posizione inferiore rispetto a Dio, fu quando Stefano, il primo martire cristiano, fu lapidato. Poco prima di spirare Dio volle rafforzare la sua fede dandogli una visione anticipata della gloria celeste.
Così, “pieno di Spirito santo, guardando fisso verso il cielo vide la gloria di Dio e Gesù che stava in piedi alla destra di Dio, e disse: ‘Ecco, vedo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo che sta in piedi alla destra di Dio”’.
Gesù, benché tornato alla gloria celeste, continua ad essere distinto da Dio. In effetti, se Gesù e il Padre avessero formato insieme la Divinità, “il Dio”, la scrittura avrebbe detto che ‘stava nel Padre’, invece conferma la sua subordinazione, la posizione inferiore, in quanto, mentre Dio sta assiso sul trono, Gesù rimane alla sua destra (in una posizione approvata), accanto a Dio, il suo stesso Dio!

In una delle sue visioni proiettate verso tempi futuri, - quando il Figlio avrebbe ricevuto da Dio il potere regale allo scopo di infrangere e distruggere tutti i regni della terra, - il profeta Daniele vide una scena simile a quella raccontata da Stefano. Daniele scrive: «Io guardavo nelle visioni notturne: ecco sulle nubi del cielo venire uno simile ad un Figlio d’uomo; arrivò fino all’Antico di giorni e fu fatto avvicinare davanti a lui. A lui fu concesso potere, forza e dominio e tutti i popoli, le nazioni e le lingue lo servirono. Il suo potere è un potere eterno che non finirà e il suo dominio è un dominio eterno che non sarà distrutto». Anche in questo caso, il Figlio viene visto come persona distinta e inferiore a Dio: si avvicina a colui che è Eterno, e da lui riceve il potere.
Questo potere non finirà mai, dal momento che i suoi benefici dureranno per sempre e “non sarà mai distrutto e non sarà trasmesso ad altro popolo.”

Ma, una volta espletato il suo ruolo, una volta che il Figlio avrà completato la sua vittoria eliminando per sempre la morte, sottomettendo ogni cosa a Dio e distruggendo il principale nemico di Dio , a quel punto accadrà ciò che profetizza Paolo: «Quindi la fine, quando consegnerà il regno a Dio e Padre, quando renderà inoperante ogni principato e ogni potestà e potenza. Bisogna infatti che lui regni fino a che ponga tutti i nemici sotto i piedi di lui. Ultimo nemico sarà resa inoperante la morte; tutte le cose infatti sottomise sotto i piedi di lui. Quando però dice che tutte le cose sono sottomesse, è chiaro che è eccetto l’avente sottomesso a lui le cose tutte. Quando poi saranno sottomesse a lui le cose tutte, allora lo stesso Figlio sarà sottomesso all’avente sottomesso a lui le cose tutte, affinché sia Dio le cose tutte in tutti» .

Qui, la sottomissione del Figlio è molto chiara: “egli consegnerà il regno al suo Dio e Padre” e “il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso [hupotaxanti] ogni cosa”!
E’ alquanto ovvio che in questo contesto non si sta parlando della sottomissione del Figlio ‘in quanto uomo’, ma del Cristo risorto, tornato nella sua posizione divina, alla gloria dei cieli, e seduto alla destra di Dio. La sua posizione, resta sempre subordinata e inferiore a quella di Dio. Addirittura, riconsegnerà il regno a Dio, affinché sia tutto in tutti.



...ma io ho i preconcetti religiosi confezionati...e tu prediche cose che gia' nel primo secolo erano combattute e considerate non valide...mai sentito parlare dei Nicolaiti?



Prova a leggere la storia del Cristianesimo primitivo, e vedi un pò se il subordinazionismo subentrò successivamente al trinitarismo, o le cose non siano effettivamente al contrario.
Su questo posterò qualcosa nella sezione appropriata!

Cordialità

Emmaus@
09/02/2007 16:36
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A proposito del testo di Giov 14:28 Avete udito che vi ho detto: "Io me ne vado, e torno da voi"; se voi mi amaste, vi rallegrereste che io vada al Padre, perché il Padre è maggiore di me.
cito una risposta:

Cosa intendeva dire Gesù? La parola originale greca che nel versetto da citato viene tradotta con "maggiore" è meizon, che denota una differenza di stato, non di qualità (per indicare una differenza di qualità si userebbe invece la parola kreitton, "superiore, migliore").
In una relazione umana tra un padre e un figlio, possiamo dire che il padre è maggiore di suo figlio per quanto riguarda lo stato, cioè il rapporto che c'è tra di loro, ma essi condividono la stessa identica natura umana (un padre non è "migliore" di suo figlio per quanto riguarda l'aspetto qualitativo).
Il presidente di una nazione è "maggiore" rispetto a un cittadino qualsiasi, per quanto riguarda il suo stato; ma questo non significa affatto che egli abbia una natura diversa o migliore di quella dell'altro. Egli ha sempre la stessa identica natura umana degli altri cittadini.
Allo stesso modo, Dio il Padre è "maggiore" (meizon) del Figlio per quanto concerne il suo stato.
Inoltre, sappiamo dalle sue stesse parole che Gesù è uno con il Padre (leggi Giovanni 10:30, e 17:21).
Guarda poi il versetto di Ebrei 1:4, dove è scritto che il Figlio è "superiore agli angeli"; la parola usata qui è kreitton, che denota qualità anziché stato. Dunque Gesù, essendo Dio, è superiore agli angeli nella sua natura, mentre il Padre è maggiore di Gesù solo nello stato.

Concludendo, il fatto che Gesù sia Dio non contraddice il fatto che il suo capo è il Padre, che lui sia seduto alla destra del Padre, che alla fine lui sarà sottoposto al Padre (1 Corinzi 15:2[SM=g27989], perché nella Trinità c'è un ordine. Ripeto quindi, in riferimento ai passi di Giovanni 14:28: "Il Padre è maggiore di me", e di 1 Corinzi 11:3: "Il capo di Cristo è Dio", che essi mostrano che nella Trinità c'è un ordine e non potrebbe essere altrimenti dato che la Divinità è perfetta in tutte le sue vie; è sufficiente guardare l'opera delle sue mani ossia la creazione per accorgersi della sua perfezione.


...Efesini 4:15 "ma, seguendo la verità nell'amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo."
08/04/2007 15:04
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Anche il verso che Emmaus erratamente traduce con "io e il padre siamo una cosa sola" (gv 10.30) ci mostra chiaramente l'ignoranza di questa persona rispetto al greco in cui il nuovo testamento è stato scritto.
Come gli ho già scritto altrove, le dottrine costruite su traduzioni sbagliate ed incomplete non le considero neppure, quindi finora ha solo sprecato tempo e attenzione suoi e nostri, dato che i testi originali in se stessi negano le assurdità predicate da questa persona.

Dd
Quanto a me e alla mia casa, noi serviremo l'Eterno
10/12/2008 00:31
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Registrato il: 09/12/2008
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Credo proprio di conoscere gli emmaus e spero proprio sia arrivato il glorioso e tanto atteso, da ambo le parti, momento di incontrarci finalmente...
Mi sento onorato dai cristiani che, come me, difendono con veemenza la parola di Cristo. Non sono un monaco e nemmeno un prete o un pastore, sono solo... un guerriero che, dopo aver studiato con passione solo libri di scienza, ha preso all'albero della conoscenza per via dello spirito santo... Ben si nota dunque la mia conoscenza dello spirito santo... Conosco perfettamente, tramite la mia conoscenza, la distinzione che passa tra scienza, che non ho assolutamente rigettato dopo aver assaggiato la sapienza di Dio anzi l'ho consolidata, e spirito santo...

Emmaus, ci conosciamo..., tu sai che non puoi creare con il libro di scienze?
Sai che non ancora hai provato l'evoluzione? Questa risulta a tutti gli effetti ancora una teoria e la scienza necessita anche di una dimostrazione pratica a tutti gli effetti!
Come vedi, se conosci la scienza, gli atei non hanno assolutamente l'arma dalla parte del manico...
Ordunque, come ti sei permesso!!!...
Non hai neppure capito che nel mondo non esistono solo ricchi da comprare, da ingrassare..., e sono sicuro che avresti necessità di imparare un pò di storia per capire l'essere umano...
Questa non è politica, sia ben chiaro, non voglio gli altri nel mezzo, è solo una sfida tra di noi...
Non sono un uomo di misericordia, non voglio dunque che mi credi, quindi è una sfida ad armi pari...


[SM=g7059]
18/12/2008 23:15
Re:
vi saluto in CRISTO SIGNORE

mio caro fratello "Angelo...." che scrivi :

Angelo(1), 10/12/2008 0.31:

............. Ben si nota dunque la mia conoscenza dello spirito santo... Conosco perfettamente, tramite la mia conoscenza, la distinzione che passa tra scienza, che non ho assolutamente rigettato dopo aver assaggiato la sapienza di Dio anzi l'ho consolidata, e spirito santo...




R I S P O S T A

mio caro fratello


ma quanta Cristianità proviene dai tuoi post

e che UMILTA'!

bravo non può che farti onore.





Angelo(1), 10/12/2008 0.31:


Emmaus, ci conosciamo..., ..........
.............Questa non è politica, sia ben chiaro, non voglio gli altri nel mezzo, è solo una sfida tra di noi...
Non sono un uomo di misericordia, non voglio dunque che mi credi, quindi è una sfida ad armi pari...

[SM=g7059]




R I S P O S T A

se non vuoi altri che interferiscono ai tuoi TURPILOQUI
avresti dovuto postare nel privato

attraverso la messaggistica privata

ma nel pubblico non è bello limitare e impedire ad altri gli interventi

siamo in un Paese libero
sia nelle espresssioni che
nei pensieri e
d anche nella religione
(non siamo in un regime TOTALITARIO)

mio caro fratello

credo che la tua Cristianità sia veramente fuori da ogni canone.

grazie

vi saluto in CRISTO RISORTO



.

[Modificato da cavdna 18/12/2008 23:17]
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