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Giovanni 8:58

Ultimo Aggiornamento: 06/11/2008 19:35
29/01/2007 22:58
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Gesù disse loro: "In verità, in verità io vi dico; prima che Abrahamo fosse nato, io sono"

In queste poche parole, Gesù fece una solenne dichiarazione; perchè si definì YHWH "L'IO SONO" che si rivelò a Mosè (Esodo 3:14)

Dio che dona se stesso affinchè l'uomo ritorni a Lui...

Il Signore definendosi l'IO SONO ci vuole far comprendere che Lui è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Abbiamo bisogno di salvezza e Lui ci dice: IO SONO la tua salvezza
Abbiamo bisogno di pace e Lui ci dice: IO SONO la tua pace
Abbiamo bisgogno di gioia e Lui ci dice: IO SONO la tua gioia...

"Benedetto sia Dio, e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo" (Efesini 1:3)

freedom [SM=g27985]
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30/01/2007 09:53
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Re:

Scritto da: wfreedom 29/01/2007 22.58
Gesù disse loro: "In verità, in verità io vi dico; prima che Abrahamo fosse nato, io sono"

In queste poche parole, Gesù fece una solenne dichiarazione; perchè si definì YHWH "L'IO SONO" che si rivelò a Mosè (Esodo 3:14)

Dio che dona se stesso affinchè l'uomo ritorni a Lui...

Il Signore definendosi l'IO SONO ci vuole far comprendere che Lui è tutto ciò di cui abbiamo bisogno.

Abbiamo bisogno di salvezza e Lui ci dice: IO SONO la tua salvezza
Abbiamo bisogno di pace e Lui ci dice: IO SONO la tua pace
Abbiamo bisgogno di gioia e Lui ci dice: IO SONO la tua gioia...

"Benedetto sia Dio, e Padre del Signor nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo" (Efesini 1:3)

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Concordo [SM=g27985]

Molto bella la tua riflessione!!

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31/01/2007 12:04
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Re: Re:

Scritto da: andreiu2 30/01/2007 9.53


Concordo [SM=g27985]

Molto bella la tua riflessione!!



Grazie andreiu [SM=g27985]

Ma sinceramente non è farina del mio sacco...

Stavo trascrivendo una predica per la redazione e questa testimonianza mi ha colpito molto.

Dovremmo ricordarci dell'IO SONO a cui apparteniamo, afferando tutte le promesse ricevute...
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07/02/2007 11:12
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Gesù è l'Io Sono di Esodo 3,14?
L’espressione “ego eimi”, così com’è riportata nel testo greco di Giovanni 8, 58, è stata oggetto di elaborazioni teologiche e infinite discussioni.
Tutto scaturisce dalla forma verbale di questa espressione, la quale, secondo la grammatica greca, “ego eimi” si tradurrebbe letteralmente:“io sono”. Se il lettore applicasse la regola principale suggerita in questo libro, quella di analizzare un passo biblico alla luce del suo contesto immediato e generale, ogni dubbio sul significato di questa espressione, troverebbe una soluzione. La questione richiede l’applicazione della logica contestuale, poiché altrimenti si rischierebbe di far dire a Gesù ciò che egli effettivamente non ha mai detto, né pensato, ovvero: “Io Sono”, nel senso di: “Io sono YHWH”, o “Io sono l’Io Sono di Esodo 3, 14”.

La lingua parlata da Gesù, era molto diversa dalla nostra. Mentre la forma verbale corrispondente al greco “ego eimi”, nella nostra grammatica indica il tempo presente, ciò che “io sono” adesso/ora, nella grammatica greca, pur scrivendosi nella forma presente, può voler esprimere anche il tempo passato.

Secondo una nota filologica contenuta in un testo di analisi linguistica del Vangelo di Giovanni, commentando Giovanni 8, 58, dice: “Prima sono, gr. prin eimi. In it. la relazione temporale si esprime in due modi: prima sono oppure prima ero”.
Anche se il testo in questione preferisce conservare al presente l’espressione usata da Gesù, tuttavia è fondamentale riconoscere che la traduzione “ego eimi” nella forma passata “io ero” o “io sono stato”, è tanto letterale quanto lo è la forma verbale al presente “io sono”. Naturalmente, ciò che determinerà la traduzione nel tempo più appropriato, è il contesto in cui viene usato “ego eimi”.

Leggiamo adesso, il versetto per intero: “Rispose loro Gesù: ‘In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono’”.

Qui, la versione della CEI, traduce “ego eimi” con “Io Sono”, usando caratteri maiuscoli, e influenzando in tal modo il lettore verso un’interpretazione teologica, secondo la quale, il Gesù di Giovanni 8, 58, sarebbe lo stesso YHWH dell’ AT.
Il versetto in questione, mette in relazione il tempo del verbo greco che traduce ‘io sono’, con l’avverbio greco “prin”, (it.: prima), indicante anteriorità nel tempo. Il fatto che il tempo della forma verbale “ego eimi” sia al presente, ma in un contesto in cui vi è l’avverbio al passato, ciò indurrà il lettore a determinare la traduzione, nella forma verbale più idonea.
Dire, perciò: “Prima che Abramo fosse, io sono”, nel contesto del ragionamento di Gesù, sarà come dire: “Prima che Abramo fosse, io ero”, oppure: “Prima che Abramo fosse, io sono stato”.

Continuiamo ad analizzare il significato di “ego eimi”, alla luce del contesto biblico generale, per capire fino a che punto può essere valida l’asserzione dei trinitari, secondo cui, l’uso puro di “ego eimi”, identifica Gesù con l’“Io Sono” di Esodo 3, 14.

Quando Gesù, in Giovanni 8, 58, usa la forma verbale “ego eimi”, quella non è la prima volta, poiché già molte altre volte aveva usato queste parole. In Giovanni, al capitolo 6, troviamo “ego eimi” ai versetti 35 e 48, quando Gesù dice: “Io sono il pane della vita”; anche al capitolo 10, ai versetti 7 e 9, dice: “Io sono la porta”; e ai versetti 11 e 14, usa “ego eimi”, quando dice: “Io sono il buon pastore”.
In Giovanni 13, 19, dice ancora: “Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono”.

E’ interessante notare come, l’uso della forma verbale “ego eimi”, non era prerogativa esclusiva di Gesù, poiché era un termine usato molto comunemente, e da tutti. Lo troviamo, ad esempio, in Luca 1, 19, dove si legge: “L’angelo gli rispose: ‘Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio’”; lo troviamo anche in Giovanni 9, 9, quando, parlando dell’uomo nato cieco e poi guarito, dice: ‘Alcuni dicevano: “E’ lui”; altri dicevano: “No, ma gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!”’. Anche l’apostolo Pietro usò “ego eimi”, quando disse le parole che leggiamo in Atti 10, 21: “Eccomi, sono io quello che cercate”.

Spesso, per avvalorare l’ipotesi che Gesù, con le parole “ego eimi”, stava personificandosi in YHWH, alcuni citano Giovanni 8, 59, per dimostrare che i farisei, avrebbero deciso di lapidarlo per essersi attribuito l’espressione “ego eimi”, che racchiude il nome divino.
La scrittura, dice: “Allora raccolsero pietre per scagliarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio”.
La chiave interpretativa di questo passo, sta nel determinare se l’odio che i Giudei nutrivano per Gesù, era motivato dall’averlo udito pronunciare la bestemmia: “Io Sono YHWH”, oppure vi erano implicate altre ragioni.
Perché mai, ad esempio, i farisei, cercavano di uccidere Gesù con la lapidazione, proprio nella circostanza in cui Gesù menzionò Abramo? Analizziamo attentamente il contesto in cui è contemplato questo avvenimento, e cerchiamo di comprendere il significato delle parole pronunciate da Gesù.

Nelle occasioni in cui Gesù usò il termine “ego eimi”, mai nessuno di fra i Giudei si fece avanti per ucciderlo, ma si limitarono a esprimere giudizi, a polemizzare per le sue parole, considerandolo un ciarlatano, infatti, quando Gesù parlò di sé come della ‘luce del mondo’ e guida per la vita eterna, gli dissero: “Tu dai testimonianza di te stesso: la tua testimonianza non è vera”. (Gv 8, 12-13)
Allo stesso modo, quando Gesù disse: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”(Gv 6, 51), i Giudei non discussero tra di loro per il fatto che Gesù applicava a sé la forma “ego eimi”, ma l’oggetto della polemica erano le sue parole successive, il fatto che egli sostenesse di essere il pane che dà vita eterna, tanto che la scrittura, continuando, dice: “Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: ‘Come può costui darci la sua carne da mangiare?’”. (Gv 6, 52)
Sì, la questione non riguardava l’“ego eimi” pronunciato da Gesù, ma il fatto che i Giudei non avevano ancora capito chi fosse egli realmente.

I Giudei conoscevano Gesù come figlio di Giuseppe e di Maria, di conseguenza, non capivano come potesse mai, un uomo nato di donna, sostenere d’essere venuto dai luoghi celesti, tanto che si chiesero: “Come può dunque dire: Sono disceso dal cielo?”.(Gv 6, 42)
Ciò che fece scatenare l’ira incontrollata di alcuni tra i farisei, fu, senza dubbio, la risposta che Gesù diede loro, quando asserirono che “la sua testimonianza non è vera”.

Per rispondere ai Giudei, Gesù fece appello alla Legge, che prevedeva la testimonianza di due persone, quale prova di veridicità della testimonianza data dall’accusato. (Gv 8, 17-1[SM=g27989]
Così presentò la sua propria testimonianza, insieme a quella del Padre. Ma come avrebbero potuto accettare la testimonianza del Padre, che non avevano visto – infatti gli chiesero: “Dov’è tuo Padre?” (Gv 8, 19) – se restavano ciechi davanti alla testimonianza di Gesù stesso, il quale aveva mostrato in molti modi, con le sue stesse azioni, d’essere il promesso Messia?

Quando, ad un certo punto, alcuni Giudei, menzionarono Abramo come loro antenato, vantando così la loro libertà dalla schiavitù, Gesù trovò in Abramo un argomento di conversazione in comune con i Giudei, e di forte legame emotivo per loro, così, rivolgendosi a questi, disse: “‘So che siete discendenza di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi. Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi dunque fate quello che avete ascoltato dal padre vostro!’ Gli risposero: ‘Il nostro padre è Abramo’. Rispose Gesù: ‘Se siete figli di Abramo, fate le opere di Abramo! Ora invece cercate di uccidere me, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l’ha fatto. Voi fate le opere del padre vostro’. Gli risposero: ‘Noi non siamo nati da prostituzione, noi abbiamo un solo Padre, Dio!’”. (Gv 8, 37-41)

Le parole di Gesù furono molto forti, e replicò dicendo: “Perché non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alle mie parole, voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro”. (Gv 8, 43-44) I Giudei vantavano Dio come loro Padre (v.41) e Abramo come loro fondamento genealogico, (v.33) ma Gesù fu molto esplicito nel dire loro che né Dio né Abramo avrebbero mai voluto l’uccisione di Cristo. Così li definì figli del diavolo. Risentiti per queste parole, i Giudei gli risposero: “Ora sappiamo che hai un demonio. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: ‘Chi osserva la mia parola non conoscerà mai la morte’. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti; chi pretendi d’essere?”. (Gv 8, 52-53)

Ecco, il nocciolo della questione: “Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto?... chi pretendi d’essere? ”
La questione non verteva, dunque, sull’eventuale identificazione di Cristo con YHWH, il Dio di Israele, e quindi, su un qualche collegamento di Giovanni 8, 58 con Esodo 3, 14.
Il problema che scatenò nei Giudei la follia omicida, non aveva alcuna relazione con l’espressione “ego eimi”. L’intero ragionamento, come si evince chiaramente da tutto il suo contesto, non riguardava l’identità di Gesù, ma il tempo trascorso dalla sua esisteva: se prima o dopo di Abramo.
La domanda dei Giudei, che fece scaturire la risposta data da Gesù in Giovanni 8, 58, aveva relazione col tempo, con l’età di Gesù, infatti gli chiesero: “Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?”.

Comprendiamo, dunque, che l’episodio in cui Gesù si espresse con le parole greche “ego eimi”, non aveva alcun legame con il nome di Dio o con l’identificazione di Gesù con YHWH!
Supponendo, inoltre, che la questione fosse stata intorno a quell’“ego eimi”, come avrebbe potuto pretendere Gesù comprensione per il suo linguaggio, (v.43) quando egli stesso, aveva appena finito di dire: “Vi ho detto la verità udita da Dio”? (v.40)
Da quale Dio, Gesù avrebbe udito la verità, se egli stesso, dicendo “ego eimi”, stava tentando di spiegare ai Giudei che lui incarnava il vero Dio? Come avrebbe potuto udire la verità da Dio, se egli stesso era Dio, fautore, dunque, di quella verità? E ancora: avendo avuto bisogno di udire “da Dio”, dov’era finita la coeguaglianza intera ed eterna tra Dio e Gesù in quanto a sapienza, a conoscenza, intendimento ed eternità?

Al di là di queste domande, che richiedono comunque un’attenta riflessione, la questione intorno all’“ego eimi” di Giovanni 8, 58, non può essere compresa secondo una chiave di lettura teologica, ma sulla base del contesto in cui Gesù esprime queste parole.

Emmaus@
08/02/2007 14:04
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Re: Gesù è l'Io Sono di Esodo 3,14?

Scritto da: Emmaus@ 07/02/2007 11.12

La questione richiede l’applicazione della logica contestuale, poiché altrimenti si rischierebbe di far dire a Gesù ciò che egli effettivamente non ha mai detto, né pensato, ovvero: “Io Sono”, nel senso di: “Io sono YHWH”, o “Io sono l’Io Sono di Esodo 3, 14”.



L'espressione "eimi" che è chiaramente l'indicativo presente di "einai", presuppone nel passo di Gv 8:58 chiaramente una curiosità. Infatti i verbi precedenti concernenti Abraamo sono al passato, mentre Gesù quando parla di Se stesso dice "Ego eimi" senza aggiungere nient'altro. La reazione dei Giudei conferma che l'io sono di Gesù aveva una chiara connessione a Es 3:14 o all'Io Sono di YHWH.


La lingua parlata da Gesù, era molto diversa dalla nostra. Mentre la forma verbale corrispondente al greco “ego eimi”, nella nostra grammatica indica il tempo presente, ciò che “io sono” adesso/ora, nella grammatica greca, pur scrivendosi nella forma presente, può voler esprimere anche il tempo passato.



Questo dicesi "presente storico" che meriterebbe uno spazio a se, ma tale tempo va usato nelle narrazioni non in quei testi in cui ci sono delle chiare argomentazioni. Ovvero Gesù non voleva dire "Io ero o Io sono stato", in quanto Giovanni avrebbe usato un'inequivocabile "ego en", invece c'è Ego eimi.



Quando Gesù, in Giovanni 8, 58, usa la forma verbale “ego eimi”, quella non è la prima volta, poiché già molte altre volte aveva usato queste parole. In Giovanni, al capitolo 6, troviamo “ego eimi” ai versetti 35 e 48, quando Gesù dice: “Io sono il pane della vita”; anche al capitolo 10, ai versetti 7 e 9, dice: “Io sono la porta”; e ai versetti 11 e 14, usa “ego eimi”, quando dice: “Io sono il buon pastore”.



In questo caso ego eimi è collegato ad una qualità sottoforma di metafora di Gesù per esprimere una lezione ben precisa: la porta parla d'ingresso, apertura e con queste parole Gesù voleva intendere che sono tramite Lui si può arrivare al Padre, il buon Pastore invece, oltre che avere delle chiare connessioni con il libro del profeta Zaccaria, ci parla della cura che Egli ha nei nostri confronti. Tuttavia non possiamo trovare un collegamento con Gv 8:58.


E’ interessante notare come, l’uso della forma verbale “ego eimi”, non era prerogativa esclusiva di Gesù, poiché era un termine usato molto comunemente, e da tutti. Lo troviamo, ad esempio, in Luca 1, 19, dove si legge: “L’angelo gli rispose: ‘Io sono Gabriele che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annunzio’”; lo troviamo anche in Giovanni 9, 9, quando, parlando dell’uomo nato cieco e poi guarito, dice: ‘Alcuni dicevano: “E’ lui”; altri dicevano: “No, ma gli assomiglia”. Ed egli diceva: “Sono io!”’. Anche l’apostolo Pietro usò “ego eimi”, quando disse le parole che leggiamo in Atti 10, 21: “Eccomi, sono io quello che cercate”.



Caro Emmaus, è chiaro che "ego eimi" è detto anche da altri personaggi in quanto era l'usuale termine per presentarsi. Ciò che invece rende particolare l'ego eimi di Gesù non è solo perchè Lo dice Lui, ma per la costruzione del periodo come Gv 8:58 ed il contesto.


Nelle occasioni in cui Gesù usò il termine “ego eimi”, mai nessuno di fra i Giudei si fece avanti per ucciderlo, ma si limitarono a esprimere giudizi, a polemizzare per le sue parole, considerandolo un ciarlatano, infatti, quando Gesù parlò di sé come della ‘luce del mondo’ e guida per la vita eterna, gli dissero: “Tu dai testimonianza di te stesso: la tua testimonianza non è vera”. (Gv 8, 12-13)
Allo stesso modo, quando Gesù disse: “Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”(Gv 6, 51), i Giudei non discussero tra di loro per il fatto che Gesù applicava a sé la forma “ego eimi”, ma l’oggetto della polemica erano le sue parole successive, il fatto che egli sostenesse di essere il pane che dà vita eterna, tanto che la scrittura, continuando, dice: “Allora i Giudei si misero a discutere tra di loro: ‘Come può costui darci la sua carne da mangiare?’”. (Gv 6, 52)

.

Nei casi che tu citi, non abbiamo lo stesso contesto nè le stesse parole di Gv 8:58. In Gv 6, al limite i Giudei l'avrebbero preso per pazzo, ma non troviamo una chiara identificazione con YHWH come in Gv 8:58.


Sì, la questione non riguardava l’“ego eimi” pronunciato da Gesù, ma il fatto che i Giudei non avevano ancora capito chi fosse egli realmente.



O meglio, forse l'avevano capito ma non ci credevano [SM=g27987]



Ciò che fece scatenare l’ira incontrollata di alcuni tra i farisei, fu, senza dubbio, la risposta che Gesù diede loro, quando asserirono che “la sua testimonianza non è vera”.

.

Ne dubito. In Mt 23 Gesù chiama i Farisei "ipocriti" a più riprese e non cercano di ucciderlo.






Ecco, il nocciolo della questione: “Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto?... chi pretendi d’essere? ”
La questione non verteva, dunque, sull’eventuale identificazione di Cristo con YHWH, il Dio di Israele, e quindi, su un qualche collegamento di Giovanni 8, 58 con Esodo 3, 14.
Il problema che scatenò nei Giudei la follia omicida, non aveva alcuna relazione con l’espressione “ego eimi”. L’intero ragionamento, come si evince chiaramente da tutto il suo contesto, non riguardava l’identità di Gesù, ma il tempo trascorso dalla sua esisteva: se prima o dopo di Abramo.
La domanda dei Giudei, che fece scaturire la risposta data da Gesù in Giovanni 8, 58, aveva relazione col tempo, con l’età di Gesù, infatti gli chiesero: “Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?”.

.

Ti vorrei ricordare che il tetragramma ebraico ha prima di tutto a che fare proprio con l tempo in quanto si vuole presupporre l'eternità, Colui che era, che è e che sarà. Gesù non solo stava dicendo che Egli era prima di Abraamo ma che Egli era , è e sarà. Ti dico questo non solo da un punto di vista teologico, ma anche da come è costruita la frase.

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Re: Re: Gesù è l'Io Sono di Esodo 3,14?

Scritto da: andreiu2 08/02/2007 14.04
Caro Emmaus, è chiaro che "ego eimi" è detto anche da altri personaggi in quanto era l'usuale termine per presentarsi. Ciò che invece rende particolare l'ego eimi di Gesù non è solo perchè Lo dice Lui, ma per la costruzione del periodo come Gv 8:58 ed il contesto. [SM=g27985]



Diciamo che a tutti i costi lo si vuole attribuire a Gesù con un significato speciale e diverso.
Se ciò serve a non mettere in crisi un dogma acquisito prepotentemente, ciascuno è liberissimo di credere ciò che vuole!

Con amicizia

Emmaus@
10/02/2007 12:41
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Non è una forzatura... le cose vanno lette nel contesto non era perchè era un modo di presentarsi i farise lo volevano lapidare...
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Re: Re: Re: Gesù è l'Io Sono di Esodo 3,14?

Scritto da: Emmaus@ 08/02/2007 14.51


Diciamo che a tutti i costi lo si vuole attribuire a Gesù con un significato speciale e diverso.
Se ciò serve a non mettere in crisi un dogma acquisito prepotentemente, ciascuno è liberissimo di credere ciò che vuole!

Con amicizia

Emmaus@



Caro Emmaus potrei dire la stessa cosa di te che vuoi attribuire all' ego eimi di Gesù un tuo significato, ignorando se mi permetti tutto il costrutto greco e la "stranezza" di un indicativo presente attivo associato ad un imperfetto. Come ti ho detto tutti i versetti da te citati non hanno la stessa costruzione del passo in questione. Ovvero non mi puoi paragonare l'ego eimi di Gesù in questo caso con l'ego eimi detto dal cieco!! (Gv 9:9).

[SM=g27985]

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05/11/2008 20:19
Mi piace questa riflessione. Ci sono approfondimenti interessanti a riguardo.
A me ha sempre colpito la caduta delle guardie quando Gesù pronunciò quelle parole. Qua stiamo di fronte ad una teofania, cioè a una manifestazione di Dio. Mi tocca nel profondo una teofania così leggera. Gesù afferma la sua divinità, ma non in maniera palese. E' come se non ci volesse forzare ad accettarlo come egli si mostra. Un po' come di fronte a Pilato, quando alla domanda "Sei tu il Re dei giudei?" Gesù risponde "Tu lo dici".
05/11/2008 22:54
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83pico@live.it, 05/11/2008 20.19:

Mi piace questa riflessione. Ci sono approfondimenti interessanti a riguardo.
A me ha sempre colpito la caduta delle guardie quando Gesù pronunciò quelle parole.



"Io sono"

Tanto per cominciare le parole "Io sono" sono tradotte dalla maggior parte dei traduttori "sono io". (CON, GA, PIB, CEI, ecc.)
Inoltre, il nome (Iesous; Gesù) si trova dopo (sono) nel codice B (Manoscritto Vaticano 1209), mentre (Gesù io sono) si trova in  e (il Gesù io sono) si trova in A C G N  e .
Infine, le parole greche (io sono) potrebbero richiedere un predicato quale "Gesù il Nazareno", dato che al versetto 5 viene detto che cercavano "Gesù il nazareno".
Sì, "Nella risposta, <>…Gesù accetta il riconoscimento di Messia". (La Bibbia [] PIEMME © 1995 – EDIZIONI PIEMME Spa) Non crede di essere Dio. Con le parole "sono io" Gesù stava semplicemente dicendo che egli era colui che cercavano. (Vedi il versetto 5)

"Caddero a terra"

Esprimono le parole "caddero a terra" adorazione, come credono i trinitari? Essi pensano che il cadere a terra sia l'inchinarsi per adorare.
La versione TILC rende il passo con le seguenti parole: "fecero un passo indietro e caddero per terra". In pratica, "questo senso di sorpresa li fece indietreggiare di qualche passo; ma in tale movimento non controllato si intralciarono a vicenda e caddero per terra". (I quattro Vangeli tradotti e commentati da Benedetto Prete (1957 BUR, Rizzoli Editore) © 2005 RCS Libri) "Non è necessario credere che tutti siano caduti rovescioni a terra, ma almeno coloro, che stavano in prima fila". (PIB) Quindi questi studiosi lasciano intravedere la possibilità che queste persone caddero a terra, cioè cascarono o inciamparono, come conseguenza dell'essere andati indietro.

Sì, anche questo passo è usato a sproposito dai trinitari. Essi vedo-no più di ciò che Gesù disse e di ciò che successe.
05/11/2008 22:56
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Re: Re: Re: Re: Gesù è l'Io Sono di Esodo 3,14?
andreiu2, 10/02/2007 15.22:



Caro Emmaus potrei dire la stessa cosa di te che vuoi attribuire all' ego eimi di Gesù un tuo significato, ignorando se mi permetti tutto il costrutto greco e la "stranezza" di un indicativo presente attivo associato ad un imperfetto. Come ti ho detto tutti i versetti da te citati non hanno la stessa costruzione del passo in questione. Ovvero non mi puoi paragonare l'ego eimi di Gesù in questo caso con l'ego eimi detto dal cieco!! (Gv 9:9).

[SM=g27985]



Ad ogni modo, si deve anche tenere presente che ci sono più modi di tradurre "EGO EIMI" in italiano, come pure in altre lingue, e questi ci aiutano a capire ciò che era il pensiero di Gesù. Consideriamone alcuni.

1) "io esisto prima che Abramo nascesse". – Il Santo Vangelo (1951) Libreria Editrice Fiorentina.

2) "io sono da prima che fosse Abramo". – Il Santo Vangelo e Atti
(1943) S.E.I. Torino

3) "io sono da prima che fosse nato Abramo". – Il Vangelo e Atti (1953) Pia Società di San Girolamo – Città del Vaticano.

4) "IO SONO prima ancora della nascita di Abramo". – Il Vangelo di Giovanni (1989) S. Quasimodo.

5) "io sono da prima che Abraamo fosse". – The Four Gospels and The Revelation (1979) R. Lattermore.

6) "io esisto da prima che esisteva Abraamo". – VP

7) "Io gia esistivo prima di nascere Abraamo". – ABV

8) "io ero prima che Abraamo fosse nato". – The New Testament or rather The New Covenant (1881) Samuel Sharpe.

9) "prima che Abraamo venne in esistenza, io sono esistito". – The Documents of The New Testament (1934) G. W. Wade.

10) "io esistevo prima che Abraamo fosse nato". – The New Testament of our Lord and Savior Jesus Christ (1947) G. Swan – AT – The Authentic New Testament (1958) Hugh J. Schonfield – The New Testament of our Lord and Savior Jesus Christ Translated into English from the Approved Greek Text of the Church of Constantinople and the Church of Greece by Metropolitan Archbishop Fan S. Noli (1961) – The New Testament in the Language of the People (1950, 1963) C. B. Williams.

11) "prima che Abraamo esistesse io ero esistito". – Bíblia Sagrada (1960) Ediz. Ave Maria. São Paulo.

12) "io esistevo prima che ci fosse un Abraamo" – The Complete Gospels Annotated Scholars Version (1994) Robert J. Miller.
13) "io esistevo persino prima che fosse nato Abraamo". – The Concise Gospels and the Acts (1973) Christopher J. Christianson.

14) "da prima che Abraamo fosse, io sono stato". – The New Testament (1869) George R. Noyes.

15) "io sono stato quando non c'era ancora nessun Abraamo". – Il Nuovo Testamento in Ebraico (1941) Isaac Salkinson e David Ginsberg.

Questi esempi potrebbero continuare a lungo; tutti mettono in risalto il fatto che Gesù Cristo stava insegnando che "era" ed "esisteva" da prima della nascita di Abraamo, cioè, che era vissuto prima dello stesso Abraamo. Non pongono l'accento sull'identificazione di Gesù Cristo con Dio, ma sulla sua esistenza da prima di Abraamo. Infatti, l'azione espressa in Giovanni 8:58 iniziò "prima che Abraamo venisse all'esistenza" ed è ancora in corso.
Gesù, non stava nemmeno applicando il titolo "Â°Á«" in relazione a sé stesso. In questo contesto "", prima persona singolare del presente indicativo, si può correttamente tradurre con un tempo passato come l'imperfetto indicativo o il passato prossimo o, con il presente, ma invertendo la frase.
05/11/2008 22:58
Re: Re: Re: Re: Re: Gesù è l'Io Sono di Esodo 3,14?
jwfelix, 05/11/2008 22.56:



Ad ogni modo, si deve anche tenere presente che ci sono più modi di tradurre "EGO EIMI" in italiano, come pure in altre lingue, e questi ci aiutano a capire ciò che era il pensiero di Gesù. Consideriamone alcuni.

1) "io esisto prima che Abramo nascesse". – Il Santo Vangelo (1951) Libreria Editrice Fiorentina.

2) "io sono da prima che fosse Abramo". – Il Santo Vangelo e Atti
(1943) S.E.I. Torino

3) "io sono da prima che fosse nato Abramo". – Il Vangelo e Atti (1953) Pia Società di San Girolamo – Città del Vaticano.

4) "IO SONO prima ancora della nascita di Abramo". – Il Vangelo di Giovanni (1989) S. Quasimodo.

5) "io sono da prima che Abraamo fosse". – The Four Gospels and The Revelation (1979) R. Lattermore.

6) "io esisto da prima che esisteva Abraamo". – VP

7) "Io gia esistivo prima di nascere Abraamo". – ABV

8) "io ero prima che Abraamo fosse nato". – The New Testament or rather The New Covenant (1881) Samuel Sharpe.

9) "prima che Abraamo venne in esistenza, io sono esistito". – The Documents of The New Testament (1934) G. W. Wade.

10) "io esistevo prima che Abraamo fosse nato". – The New Testament of our Lord and Savior Jesus Christ (1947) G. Swan – AT – The Authentic New Testament (1958) Hugh J. Schonfield – The New Testament of our Lord and Savior Jesus Christ Translated into English from the Approved Greek Text of the Church of Constantinople and the Church of Greece by Metropolitan Archbishop Fan S. Noli (1961) – The New Testament in the Language of the People (1950, 1963) C. B. Williams.

11) "prima che Abraamo esistesse io ero esistito". – Bíblia Sagrada (1960) Ediz. Ave Maria. São Paulo.

12) "io esistevo prima che ci fosse un Abraamo" – The Complete Gospels Annotated Scholars Version (1994) Robert J. Miller.
13) "io esistevo persino prima che fosse nato Abraamo". – The Concise Gospels and the Acts (1973) Christopher J. Christianson.

14) "da prima che Abraamo fosse, io sono stato". – The New Testament (1869) George R. Noyes.

15) "io sono stato quando non c'era ancora nessun Abraamo". – Il Nuovo Testamento in Ebraico (1941) Isaac Salkinson e David Ginsberg.

Questi esempi potrebbero continuare a lungo; tutti mettono in risalto il fatto che Gesù Cristo stava insegnando che "era" ed "esisteva" da prima della nascita di Abraamo, cioè, che era vissuto prima dello stesso Abraamo. Non pongono l'accento sull'identificazione di Gesù Cristo con Dio, ma sulla sua esistenza da prima di Abraamo. Infatti, l'azione espressa in Giovanni 8:58 iniziò "prima che Abraamo venisse all'esistenza" ed è ancora in corso.
Gesù, non stava nemmeno applicando il titolo "Â°Á«" in relazione a sé stesso. In questo contesto "", prima persona singolare del presente indicativo, si può correttamente tradurre con un tempo passato come l'imperfetto indicativo o il passato prossimo o, con il presente, ma invertendo la frase.




Ma perche non ti decidi una buona volta [SM=g7061]
05/11/2008 23:14
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Gesù è l'Io Sono di Esodo 3,14?
Jon Konneri, 05/11/2008 22.58:




Ma perche non ti decidi una buona volta [SM=g7061]




A fare cosa? [SM=g7073]
06/11/2008 19:35
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