Vota | Stampa | Notifica email    
Autore

Inimicizia

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2007 17:49
22/01/2007 19:32
Post: 2
Registrato il: 09/07/2004
Utente Junior
OFFLINE

Vorrei proporre una piccola riflessione sul senso dell'inimicizia verso il serpente di cui si parla in Genesi 3,15.
Quando si può affermare che siamo amici di Satana?
Certamente quando viviamo nel peccato, quando ci lasciamo sedurre dalle sue lusinghe. Chi vive nel peccato, mentre vive nel peccato, in quel momento è amico di Satana.
Di contro è nemico di Satana colui che rifiuta il peccato e quindi vive nell'amicizia con Dio.

Tutti noi siamo peccatori, per cui spesso ci capita purtroppo di essere amici di Satana.

Tuttavia Dio ha suscitato qualcuno che con Satana vive in un rapporto di costante inimicizia, che perciò non ha il peccato nella sua vita.

Leggiamo infatti in Genesi 3,15: "Io (Dio) porrò inimicizia tra te (il serpente) e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe; questa ti schiaccerà il capo e tu le insidierai il calcagno".

Questa donna, quindi, per espressa volontà di Dio, vive in una situazione di costante inimicizia con il serpente, vive cioè in assenza di peccato, così come la sua stirpe.

Sandro

------------------
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Matteo 5,11)
23/01/2007 10:14
Post: 2
Registrato il: 05/01/2007
Utente Junior
OFFLINE
Caro Peraskov,
la tua lettura è certamente accattivante e volevo sapere la tua opinione circa il fatto che ci sono 3 fonti di quel testo Gen 3,15: quella ebraica, quella greca dei Lxx e quella latina di Girolamo...quale dei tre testi è ispirato, dato che dicono cose differenti? Mi spiego subito...
Le tre fonti leggono in maniera sostanzialmente omogenea da qui"Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe" e poi si dividono sul "questa" perchè:
La versione ebraica riporta "questa" in neutro: quindi questa si riferisce alla stirpe, al seme che schiaccerà la testa del serpente perchè ha inimicizia con lui
La versione greca riporta "questa" al maschile riferendosi a Cristo
La versione di Girolamo riporta "questa" al femminile riferendosi a Maria. Già la versione di Girolamo è più matura e risente senza difficoltà dell'interpretazione anche mariologica.

Che ne pensi?

Ogni bene
Marcuccio
23/01/2007 10:35
Post: 16
Registrato il: 07/11/2004
Utente Junior
OFFLINE
Re:

Scritto da: =Marcuccio= 23/01/2007 10.14
Caro Peraskov,
la tua lettura è certamente accattivante e volevo sapere la tua opinione circa il fatto che ci sono 3 fonti di quel testo Gen 3,15: quella ebraica, quella greca dei Lxx e quella latina di Girolamo...quale dei tre testi è ispirato, dato che dicono cose differenti? Mi spiego subito...
Le tre fonti leggono in maniera sostanzialmente omogenea da qui"Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe" e poi si dividono sul "questa" perchè:
La versione ebraica riporta "questa" in neutro: quindi questa si riferisce alla stirpe, al seme che schiaccerà la testa del serpente perchè ha inimicizia con lui
La versione greca riporta "questa" al maschile riferendosi a Cristo
La versione di Girolamo riporta "questa" al femminile riferendosi a Maria. Già la versione di Girolamo è più matura e risente senza difficoltà dell'interpretazione anche mariologica.

Che ne pensi?

Ogni bene



Secondo me la versione di Girolamo può essere stata riferita al femminile per "inferenza teologica", nel senso che egli avendo in mente una sua interpretazione ha tradotto "questo" al femminile. Una particolarità che abbiamo nella LXX, è che abbiamo sia il pronome femminile che maschile attaccato "autes autos". Credo che questo sia abbastanza significativo.

Per quanto concerne invece la versione ebraica, mi fido di quanto dici in quanto non conosco questa lingua,ma probabilmente è al neutro in quanto gli ebrei non sapevano bene come identificare questa progenie.

Cmq per l'AT ovviamente deve risultare più attendibile la versione ebraica [SM=g27988]

http://andreabelli75.wordpress.com/

http://progettostudiodellabibbia.wordpress.com/
23/01/2007 21:17
Post: 4
Registrato il: 09/07/2004
Utente Junior
OFFLINE

Caro Peraskov,
la tua lettura è certamente accattivante e volevo sapere la tua opinione circa il fatto che ci sono 3 fonti



Caro Marcuccio,

non è bene rilanciare prima di avere espresso il proprio pensiero.

Scherzo ovviamente, la realtà è che mi hai preso un po’ in contropiede. Conoscevo infatti la diversa traduzione della Vulgata ma non mi ero mai posto il problema. [SM=g27995]

Comunque ti dirò ciò che penso: ritengo che tutte e tre le versioni siano accettabili da un punto di vista di contenuto, quindi non da un punto di vista testuale, quanto giuridico. L’ ipsa che appare in Genesi 3,15 della Vulgata in senso assoluto non credo che possa essere considerato corretto, in quanto anche se il pronome ebraico aWh, può essere sia maschile che femminile che neutro, il verbo che lo accompagna è maschile e riferito alla stirpe, o seme ( Non vorrei dare sfoggio di una cultura che non ho, si tratta ovviamente di spigolature prese qua e la).
Tuttavia, da un punto di vista dottrinale, senza voler scandalizzare un nostro comune amico, mi sembra che le tre fonti rappresentino un cammino coerente.
Infatti al neutro “seme” (sperma) viene inizialmente accostato appunto il maschile autòs, che comincia ad attribuire al seme una identità ben precisa, che passando per l’Emmanuele.Dio-con-noi di Isaia e rivelandosi sempre più compiutamente ci conduce alla prima lettera ai Corinzi, nella quale ritorna l’immagine della Genesi del discendente della donna che schiaccia il capo al male, di Colui cioè che “che deve regnare “finché non abbia posto tutti i nemici sotto i suoi piedi” (1 Cor. 15,25).

Il seme quindi è certamente il Messia e la donna, al di là di altre interpretazioni simboliche senz’altro possibili, è certamente la Madre del Messia.
Ecco quindi che la Vulgata rappresenta, in questo passo, il naturale completamento del progetto: la donna-Maria infatti non è una presenza occasionale, nel piano salvifico di Dio, in quanto precede temporalmente l’avvento di Gesù, cioè la pienezza del tempo, e ne rappresenta il primo passo con il suo “fiat” che, è bene ricordarlo, come tutte le scelte umane, è stata una scelta sicuramente libera.


Sandro

------------------
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia (Matteo 5,11)
23/01/2007 22:37
Post: 2
Registrato il: 05/01/2007
Utente Junior
OFFLINE
Grazie Sandro per la tua disponibilità. Scusa invece la mia ineducazione forumistica... è solo inesperienza. Grazie per la dritta, ne farò tesoro.

Ogni bene
Marcuccio
23/01/2007 23:54
Post: 4
Registrato il: 05/01/2007
Utente Junior
OFFLINE
Ecco fatto...
Caro Sandro,
cerco di recuperare subito la mia mancanza offrendoti la mia opinione. L’interpretazione di Gen 3, 15 con adattamento allegorico mariano (che a me missionario della Madonna delle Lacrime di Siracusa mi garba tanto tanto) è un senso possibile, ma per restare nel tema della sezione Pentateuco preferirò parlare principalmente di ciò che voleva dire l’autore originario, per poi sottolineare gli altri aspetti diversi.

Per dirla con le parole di Ravasi, l’originale ebraico suona di più così: “Io tra te e la donna porrò un duello”. Potremmo anche dire tra te e l’umanità dato che la donna in questione è la genitrice dell’umanità, filone nel quale si inserirà anche Dio. Quindi “Io tra te e la donna porrò un duello”
Il termine ebraico ‘ohebah indica uno scontro continuo senza tregua tra due persone che stanno guardandosi, spiandosi e colpendosi.

L’autore comincia a guardare la storia dell’umanità e la vede come un oscillare continuo tra il bene e il male: la linea dell’uomo, l’uomo creato da Dio, e dall’altra parte il serpente che continuamente tenta di schiacciare l’uomo, di vincerlo. C’è una lotta che prosegue attraverso tutto il filo della storia. Notiamo ciò che segue:
tra la tua stirpe e la sua stirpe che con l’ebraico suona
tra il tuo seme e il suo seme
L’immagine considera gli uomini come “semi” sia perché hanno potenzialità generativa, sia potenzialità creativa in sensu latu. Ci sono dunque due semi che si fronteggiano in un duello.

Ed ecco allora:
questo seme (quello del giusto, dell’uomo) ti schiaccerà la testa e tu lo insidierai al calcagno.
“Questo” è il seme, non è la donna. In ebraico abbiamo un pronome che è neutro e si riferisce al seme precedente: l’uno e l’altro seme saranno continuamente in tensione.
Se consideriamo l’ebraico abbiamo qualcosa di più che ci fa capire lo scontro eterno.
“questo seme ti schiaccerà la testa, e tu – col tuo seme – lo insidierai al calcagno”
Ora, nell’originale abbiamo sempre lo stesso verbo ebraico, in tutti e due i casi: shuf, un verbo di battaglia e significa assediare, insidiare, far cadere e poi schiacciare. Non è un verbo conclusivo. È come vedere una persona che inciampa su qualcosa e continua, inciampando, a schiacciare quella cosa.

È un duello colossale tra due semi sempre nemici che si incontreranno nelle case, nei cuori degli uomini, nelle piazze. La pagina risente di un forte pessimismo. È solo la tradizione javista che farà balenare qualcosa di luminoso, ma questa pagina è pessimista.
Ora dopo questo originale, la prima interpretazione è quella dei Lxx. In greco “seme” è neutro, come nell’originale ebraico. E allora si sarebbe dovuto usare il pronome esso. Invece abbiamo “EGLI ti schiaccerà la testa”. Quel è il seme della donna che può essere chiamato “egli” se non una persona? Gli autori erano avvolti dal giudaismo nella speranza messianica e vi vedevano appunto la figura del Messia. Solo ora si prevede la fine per quel duello. Non prima. Ed ecco che potremmo anche tradurre “Egli ti schiaccerà la testa anche se tu lo insidierai al calcagno”

La Vulgata ha perfezionato il discorso e ha immaginato che la lotta tra il bene e il male abbia un esito terminale con la madre del Messia la quale spiacerà la testa al serpente. Infatti la traduzione dovrebbe essre così in greco: autò, “esso”, ti schiaccerà, ed invece abbiamo autòs. In “egli” latino avremmo dovuto avere ipsum o se vogliamo al maschile ipse, ma invece abbiamo un femminile ipsa! È nata ora la lettura mariologica, lettura applicata alla Madre del Messia.

Abbiamo quindi un itinerario, dove si parte da una visione pessimistica per cui c’è una continua battaglia fino ad arrivare a un momento in cui la battaglia si risolverà con la sconfitta del serpente e questo avverrà con l’avvento di una persona, il Messia, il quale vincerà il male e questo Messia ci è offerto attraverso sua madre.

Ogni bene
Marcuccio
24/01/2007 17:49
Post: 20
Registrato il: 07/11/2004
Utente Junior
OFFLINE
Re: Ecco fatto...

Scritto da: =Marcuccio= 23/01/2007 23.54
Ora, nell’originale abbiamo sempre lo stesso verbo ebraico, in tutti e due i casi: shuf, un verbo di battaglia e significa assediare, insidiare, far cadere e poi schiacciare. Non è un verbo conclusivo. È come vedere una persona che inciampa su qualcosa e continua, inciampando, a schiacciare quella cosa.

.

E' curioso osservare che nella LXX abbiamo il verbo "terew" che indica l'atto del sorvegliare e del custodire o l'aver cura, occuparsi di.

[SM=g27985]

http://andreabelli75.wordpress.com/

http://progettostudiodellabibbia.wordpress.com/
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 05:56. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com