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Il libro del profeta Isaia

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2007 16:16
07/02/2007 11:47
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§§ Se il Signor degli eserciti non ci avesse lasciato alcun piccolo rimanente, noi saremmo stati come Sodoma, saremmo stati simili a Gomorra §§ Is 1:9 ð Gr 23:3, Ro 9:27. Dopo aver descritto la situazione del popolo, il profeta Isaia spiega un concetto molto importante :se il Signore non avesse lasciato un rimanente, si sarebbe divenuti simili a Sodoma e Gomorra, cioè come a due città soggette ad una completa distruzione.
Gr 23:2-4 ð In Gr 23, il Signore annuncia nei riguardi di Israele, che Egli raccoglierà il rimanente delle Sue pecore, le farà tornare ed esse frutteranno e moltiplicheranno. Il popolo d’Israele, come si è visto anche prima, era afflitto da dei pastori che curavano solamente il loro interesse, perciò il Signore, denunciando questi empi, sentenzia su di loro il giudizio, a motivo della loro malvagità. Ma, al contrario, il Signore si comporterò nei riguardi del Suo popolo quale vero Pastore, mediante due azioni dense di significato: Egli raccoglierà il rimanente del popolo e lo farà tornare in quanto Israele era stato scacciato a motivo della sua iniquità. Dopo queste azioni del Signore (e da notare che è sempre Dio a prendere l’iniziativa), finalmente Israele frutterà e moltiplicherà alla gloria di Dio. Non più ribellione e disubbidienza, ma pensieri, azioni, volte solo a glorificare il Signore. E al posto dei falsi pastori, il Signore introdurrà dei veri pastori che si prenderanno veramente cura del popolo. In questa maniera non ci sarà più paura, né spavento. Anche noi possiamo paragonarci a quelle pecore che seguono il vero Pastore e il cui scopo primario deve essere sempre quello di glorificare il Signore e di portare frutto alla Sua gloria.
Ro 9:27, 29-30 ð In Ro 9, l’apostolo Paolo riprende il passo di Is 1:9. In questo testo, l’apostolo Paolo sottolinea due passi tratti dal libro di Isaia, di cui uno è proprio Is 1:9. Il primo è tratto da Is 10:22-23, il cui protagonista è sempre il rimanente. Anche se Israele fosse come la rena del mare (e noi sappiamo dal Pentateuco, che questo popolo era numeroso), solo il rimanente fedele sarà salvato. Questo per spiegare che non perché si è ebrei all’anagrafe, si è salvati. Solo se si accetta il Messia, Colui che è morto e risorto per la salvezza dell’uomo si perviene alla salvezza e questa lezione Israele doveva comprenderla. Il secondo passo è proprio quello di Is 1:9, se il Signore non avesse lasciato un rimanente, questo popolo sarebbe divenuto come Sodoma e Gomorra. Tutto questo dimostra la grazia e la misericordia di Dio. Noi siamo giustificati per fede, mediante quell’opera perfetta che il Signore Gesù ha compiuto sulla croce. Israele non poteva pervenire alla giustizia attraverso la legge, come nessun uomo può riuscirci. La salvezza la si ottiene solo per grazia divina. Ma vi deve essere la risposta positiva a questa grazia. Altrimenti è il giudizio.

§§ Ascoltate rettori di Sodoma, la parola del Signore §§ Is 1:10 ð Ed 9:2 – 2 Co 6:17. Dopo aver sottolineato il piccolo residuo o rimanente, nel v.10, il Signore pronuncia una dichiarazione lapidaria ad Israele: questo popolo viene identificato come Sodoma e Gomorra. Infatti, i rettori o conduttori del popolo vengono definiti §§ rettori di Sodoma §§. Tutto ciò è molto triste se si considera che si sta parlando del popolo d’Israele, il popolo con cui il Signore aveva stretto un patto.
Ed 9:2-3, 6 ð In Ed 9, viene denunciato il peccato della mescolanza e viene sottolineato che i primi a commettere questo misfatto furono proprio i conduttori del popolo. Il testo è assolutamente sobrio di fronte a questo avvenimento. I capi del popolo si avvicinarono ad Esdra, denunciando che il popolo non si era assolutamente allontanato dai Cananei e dagli altri popoli pagani, anzi si erano gravemente conformati a loro. E’ sopraggiunta la mescolanza, si sono prese le figlie di quei popoli di cui Israele non doveva avere niente a che fare. E’ situazione ancora più grave, i primi che commisero questa iniquità furono “i principali del popolo ed i rettori”. Proprio coloro che dovevano dare l’esempio di condotta, furono i primi a cadere in questo peccato. Questa la dice lunga sulla situazione in cui versava il popolo. Come si comportò Esdra? Egli che odiava il peccato e ricercava la santità in mezzo al popolo stracciò la sua veste e si strappò i capelli e la sua barba, atteggiamenti che significavano forte dolore e angoscia per ciò che stava accadendo. Oggi, al contrario, succede che il peccato viene tollerato e non si sperimenta quel senso di ripulsa, di ribrezzo verso l’iniquità. Cosa ancora più grave, non viene nemmeno confessato al Signore. Ma come agì Esdra? Egli pregò il Signore dichiarando quella che era la sua situazione interiore: egli era confuso e pieno di vergogna, in quanto anche se lui non aveva commesso quel determinato peccato si è incluso in quella situazione. Egli afferma “Io mi vergogno e sono confuso di alzare, o Dio mio, la faccia verso di Te, perché le nostre iniquità, sono fin sopra al nostro capo”. Quando vi è il peccato, non bisogna assolutamente mostrare indifferenza, anzi bisogna essere addolorati per tutto ciò che è successo. Il credente spirituale, non è perfetto, ma quando cade, egli realizza in se il dolore e la sofferenza, ma sa anche chiedere sinceramente perdono al Signore ed abbandonare il peccato. In Is 1:10, i capi vengono definiti “rettori di Sodoma”, in quanto la loro situazione non era certamente esemplare. Tutti i credenti devono tendere verso la perfezione, ma i conduttori delle assemblee, devono essere costantemente d’esempio al gregge. Inoltre è molto importante osservare ciò che afferma Paolo in 2 Co 6:14-17 “Non vi accoppiate con gl'infedeli; perciocchè, che partecipazione vi è egli tra la giustizia e l'iniquità e che comunione vi è egli della luce con le tenebre? E che armonia vi è egli di Cristo con Belial? o che parte ha il fedele con l'infedele? E che accordo vi è egli del tempio di Dio con gl'idoli? Poiché voi siete il tempio dell'Iddio vivente; siccome Iddio disse: Io abiterò nel mezzo di loro, e camminerò fra loro; e sarò loro Dio, ed essi mi saranno popolo. Perciò, dipartitevi del mezzo di loro, e separatevene, dice il Signore; e non toccate nulla d'immondo, ed io vi accoglierò”. In Ed 9, abbiamo osservato come già dall’Antico Testamento, era condannata la mescolanza o i matrimoni misti. Anche Paolo riprende questo insegnamento, sottolineando però un principio generale: non ci può essere relazione con gli infedeli, così come Cristo non può avere assolutamente relazione con Satana. Ciò che il cristiano deve fare è dipartirsi, separarsi dal peccato, camminare nella santificazione. La differenza che vi è tra un credente carnale ed uno spirituale sta proprio nella volontà di lasciarsi condurre dallo Spirito di Dio. Ma in Is 1, il popolo d’Israele non seguiva il cammino della santificazione.

§§ popolo di Gomorra, porgete le orecchie alla legge dell’Iddio nostro §§ Is 1:10 ð Ge 19:24, Giuda 7. Il Signore continua a parlare verso il popolo d’Israele, con toni piuttosto duri e severi a motivo della sua situazione spirituale. Addirittura, al termine del v.10 viene chiamato §§ popolo di Gomorra §§, ovvero facendo riferimento a quella città che, insieme a Sodoma, è simbolo della corruzione e della perversione.
Ge 19:12-13, 24-25 ð In Ge 19, il testo precisa con parole chiare e lapidarie quale fu il destino di queste due città. I messaggeri, gli angeli che furono ospitati da Lot in persona, esortarono vividamente quest’ultimo a fare uscire tutti coloro che facevano parte della sua famiglia, in quanto quei due luoghi sarebbero stati soggetti ad un’inevitabile distruzione. Perché? Perché “il grido loro è grande nel cospetto del Signore”. La loro malvagità e perversione non poteva essere tollerata. La fine di queste città era giunta. Ed il Signore distrusse questi luoghi in maniera eloquente, potremmo dire addirittura “spettacolare”. Egli mandò zolfo e fuoco dal cielo, due elementi che parlano di quel luogo di tormento che sperimenteranno tutti coloro che si saranno voluti ribellare al Signore. La conclusione di tutto fu la loro sovversione, la loro distruzione. Perciò è meraviglioso osservare, come nonostante il popolo d’Israele dispettasse il Signore, disubbidendo a Lui, la cui malvagità lo caratterizza in maniera tale da farsi definire §§ rettori di Sodoma…popolo di Gomorra §§ il Signore non si comporta come ha agito in Ge 19. Egli parla, esorta, rimprovera, affinchè il popolo Lo ascolti. Così dovremmo fare ognuno di noi. Il Signore doveva condannarci a motivo della nostra iniquità, ma al contrario ci ha salvati per la Sua grazia. Perciò, ascoltiamoLo, ubbidiamo a Lui, camminiamo come piace a Lui.
Gd vv.4, 7 ð Nella lettera di Giuda, l’apostolo prende in causa le città di Sodoma e Gomorra per spiegare la malvagità di alcuni empi che si erano introdotti. La lettera di Giuda, è estremamente corta, se paragonata ad esempio alle lettere di Paolo. Ma è altrettanto vero che il messaggio che è incorporato in questa lettera, è assolutamente importante ed attuale. Dal testo evidenziato si può osservare che si erano introdotti degli uomini empi caratterizzati dall’iniquità, i quali negavano la Persona del Signore Gesù Cristo. Proprio a motivo di questa malvagità, vengono prese ad esempio Sodoma e Gomorra, le quali essendo andate dietro ai desideri della loro carne, sono state condannate e distrutte. Anche questi empi subiranno una condanna eterna se non ci sarà ravvedimento e conversione. Perciò Sodoma e Gomorra sono due nomi che certamente non indicano niente di buono ed Israele doveva tenere a mente il fatto che il suo Dio lo stava definendo proprio in questa maniera.

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