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Il libro del profeta Isaia

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2007 16:16
06/02/2007 14:01
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§§ E la figlia di Sion resta come un frascato in una vigna §§ Is 1:8 ð Sl 80:8, Gr 6:9. Dopo aver parlato di desolazione e di distruzione, il Signore non termina però la Sua amara descrizione nei confronti di Israele. Ci si potrebbe chiedere, come mai il Signore inveisce così fortemente. Ma non bisogna dimenticare che il Signore desidera fare sapere all’uomo, esattamente, nel minimo dettaglio quale sia la sua condizione. Is 1:8, inizia dicendo che la figlia di Sion §§ è come un frascato in una vigna §§.
Sl 80:1, 10-16, 18 ð Il salmista nel Sl 80, parla di una vigna molto particolare. Infatti è interessante osservare come egli inizi questo salmo invocando il Pastore di Israele, Colui che guida Giuseppe come un gregge. Perciò, egli parlando del Signore e del suo rapporto con il popolo di Israele, il salmista descrive una vigna ideale con la quale è paragonato il popolo d’Israele stesso. Egli afferma che questa vigna era rigogliosa, i suoi tralci erano come cedri altissimi ed i suoi rami arrivavano fino al mare. E’ chiaro che in natura non esiste una vigna del genere, questo sta a significare che il salmista utilizza un linguaggio simbolico. Ma purtroppo, che cosa è successo? I passanti hanno vendemmiato questa vigna, i cinghiali l’ hanno rovinata, insieme alle belve della campagna. Questa vigna, da rigogliosa com’era, ora è rovinata e guastata. Il salmista, perciò invoca il Signore affinchè visiti questa vigna. Questo è l’atteggiamento giusto! Anche quando vi è il peccato o una situazione in cui a causa nostra, la comunione con il nostro Dio è interrotta, invochiamoLo, chiediamo a Lui di soccorrerci, di perdonarci. Infatti il salmista afferma “E noi non ci trarremo indietro da te; mantienici in vita, e noi invocheremo il tuo Nome”. Il nostro cammino deve essere sempre orientato in avanti, non bisogna mai andare indietro, o peggio ancora tirarsi indietro. Questo significherebbe essere degli apostati. Dobbiamo protenderci e guardare le cose di lassù. Perciò non deve stupire che il Signore in Is 1:8, parli del frascato in una vigna, quale paragone per la situazione di Israele. Infatti, come si è visto, Israele nella Scrittura è paragonata anche ad una vigna.
Gr 6:9-10 ð In Gr 6, il Signore dichiara che Israele sarà racimolato come una vigna. Questa è una dichiarazione che è strettamente collegata alla loro situazione spirituale. Il Signore interroga dicendo “A chi parlerò, a chi protesterò, che ascolti?”. E’ molto triste quando vi è il Signore che parla e la Sua voce rimane inascoltata. Perché succede questo? Perché l’orecchio di Israele è incirconciso, non è aperto alla voce del Signore, non Lo ascoltano. Come se non bastasse, per loro la Parola del Signore è in vituperio e non pongono il loro diletto in essa. Cioè si comportano in maniera opposta a come dovrebbero comportarsi. Quando esiste un simile atteggiamento, non si può rimanere impuniti.

§§ come una capanna in un cocomeraio §§ Is 1:8 ð La 2:6 – 1 Co 3:17. Is 1:8 lo si può suddividere in tre parti: la prima, che abbiamo visto prima, è il paragone della situazione di Israele ad un frascato in una vigna, la seconda ad una capanna in un cocomeraio e la terza ad una città assediata. Questi paragoni vogliono far mettere in luce, veramente in quale stato degradante era caduto il popolo.
La 2:4-6 ð In La 2, il profeta sottolinea che il Signore ha tolto via il Suo tabernacolo, come la capanna di un orto. Da questi tre versetti si può osservare come per ben due volte il Signore si presenta come nemico. Egli, al v.4, è descritto come Colui che ha teso il suo arco come un nemico, cioè come un arciere pronto a colpire. La sua destra, cioè la Sua potenza si è presentata non a favore di Israele, ma contro di lei. Il profeta deve tristemente osservare che il Signore ha distrutto Israele, ha distrutto i suoi palazzi, ha guastato le sue fortezze ed ha tolto via “con violenza”, con forza possente, il Suo tabernacolo, come la capanna di un orto. Perciò possiamo osservare come in questo testo, questa immagine sia inclusa in un contesto di giudizio il quale descrive determinate azioni di forza del Signore. Questo sta a significare come la descrizione §§ capanna in un cocomeraio §§, come anche le altre due descrizioni, indichi una struttura provvisoria, solitaria e debole, facile da essere attaccata e distrutta. Israele non era al sicuro, anzi, la sua situazione portava su di se il giudizio del Signore. Ma è anche doveroso osservare ciò che afferma Paolo in 1 Co 3:16-17, “Non sapete voi che siete il tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se alcuno guasta il tempio di Dio, Iddio guasterà lui; perciocchè il tempio del Signore è santo, il quale siete voi”. Nel testo di Lamentazioni, si è letto diverse volte termini come “guaste” e “distrutte”. Tutto ciò a motivo del peccato di Israele. Ma anche noi abbiamo delle responsabilità se pecchiamo nei confronti del Signore. Un giorno noi ci troveremo dinanzi a quel tribunale, in cui verrà elargito il giusto premio. Noi siamo il tempio dello Spirito Santo, Egli dimora permanentemente in noi, facciamo sempre ben attenzione a camminare condotti da Lui, come piace al Signore.

§§ come una città assediata §§ Is 1:8 ð Ez 6:12, Lu 19:43. L’ultima descrizione del Signore inserita in Is 1:8, riguardante Israele, paragona la sua situazione ad una città assediata. Anche la città assediata, risulta essere un luogo in cui non si è al sicuro. Tale città è piena di pericoli e prossima ad essere distrutta.
Ez 6:3, 6, 11-12 ð In Ez 6, il Signore descrive la Sua ira verso Israele dichiarando che chi sarà lontano morirà di peste, chi sarà vicino morirà per la spada e chi sarà rimasto sarà assediato. E’ interessante osservare come Dio si rivolga idealmente ai monti d’Israele, per evidenziare il fatto che gli alti luoghi, ovvero quei posti dove vi erano gli idoli, saranno distrutti, le città saranno deserte e gli idoli spezzati. Israele aveva commesso delle scelleratezze e abominazioni, perciò era doveroso riflettere profondamente sulla sua situazione, anche perché sta per giungere il giudizio del Signore. Questo giudizio è espresso con queste parole “Chi sarà lontano morirà di peste, e chi sarà vicino cadrà per la spada; e chi sarà rimasto, e sarà assediato morrà di fame; ed io adempierò la mia ira sopra loro”. In questo testo troviamo tre caratteristiche di giudizio: la morte attraverso la peste, per la spada e la fame per chi è assediato. Cioè un giudizio che colpisce inesorabilmente e nessuno può difendersi con le sue forze. Tra queste caratteristiche troviamo anche chi è assediato e tutta questa descrizione rappresenta l’adempimento della giusta ira di Dio. Veramente, guai a cadere nelle mani dell’Iddio Vivente.
Lu 19:41-44 ð In Lu 19, il Signore Gesù profetizza su Gerusalemme, affermando che giungerà il tempo in cui questa città sarà assediata. E’ una scena struggente quella descritta in questo capitolo. Quando il Signore fu vicino a Gerusalemme, pianse su di lei dichiarando “Oh! Se tu ancora almeno in questo giorno avessi riconosciuto le cose appartenenti alla tua pace”. Stava giungendo il Principe della pace, ma questo principe è stato da Israele respinto. Perciò il Signore dichiara che giungeranno dei giorni in cui i suoi nemici le faranno degli argini attorno, la circonderanno e l’assedieranno. Come mai succederà tutto questo? Perché Gerusalemme non ha riconosciuto il tempo in cui è stata visitata. Perciò tutto ciò accadrà sempre a motivo dell’iniquità di Gerusalemme. In Ezechiele 6, abbiamo visto Israele pieno di abominazioni e qui in Luca 19, il Signore denuncia con rammarico e pianto il peccato di Gerusalemme. Non dobbiamo dimenticarci che nel 70 d.C, Gerusalemme è stata assediata dall’esercito romano capeggiato dal generale Tito. In Is 1, si può riscontrare la stessa cosa, ovvero una situazione di peccato nei confronti del popolo d’Israele. Perciò il Signore avverte, se non c’è un cambiamento di rotta, se non c’è pentimento e ravvedimento, Israele è come “una città assediata”.

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