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Il libro del profeta Isaia

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2007 16:16
01/02/2007 10:10
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§§ Il vostro paese è desolato §§ Is 1:7 ð Le 26:31 – Gr 25:9. La descrizione dolorosa del Signore nei confronti del popolo d’Israele continua, sottolineando che il paese è desolato.
Le 26:31 ð In Le 26, è scritto che se non vi sarà ubbidienza, il popolo sarà colpito dalla desolazione. In Le 25:55, è scritto che i figli d’Israele sono servi del Signore, in quanto Egli con mano potente li ha tratti fuori dal paese d’Egitto. Ma in Le 26:14, 31 è scritto “Ma, se voi non mi ubbidite, e non mettete in opera tutti questi comandamenti… ridurrò le vostre città in desolazione, e diserterò i vostri santuari, e non odorerò i vostri odori soavi”. Possiamo proprio osservare come vi sia una grande attinenza tra tutti quei testi che parlano di benedizioni e maledizioni in caso di ubbidienza o disubbidienza da parte del popolo d’Israele, e Is 1. In Le 26 leggiamo che se non vi fosse stata ubbidienza da parte del popolo d’Israele nei confronti del Signore, il popolo sarebbe stato colpito dalla desolazione, i santuari sarebbero divenuti deserti ed il Signore non avrebbe più odorato i loro odori soavi, perciò non li avrebbe più graditi. Questo perché il cuore è lontano dal Signore. Ricordiamoci che se il nostro cuore è lontano da Lui, anche per quanto concerne noi, il Signore non gradirà le nostre offerte spirituali, in quanto saranno solo un segno formale e rituale. Ciò che il Signore vuole è il 100% del nostro cuore. In Gr 25 è scritto “LA parola che fu indirizzata a Geremia, intorno a tutto il popolo di Giuda… Ma voi non mi avete ubbidito, dice il Signore, per dispettarmi con le opere delle vostre mani, a danno vostro. Perciò, così ha detto il Signor degli eserciti: Conciossiachè voi non abbiate ubbidito alle mie parole; ecco, io manderò per tutte le nazioni di Settentrione, dice il Signore; e per Nebucadnesar, re di Babilonia, mio servitore; e le farò venire contro a questo paese, e contro ai suoi abitanti, e contro a tutte queste genti d'intorno; e le distruggerò, e le metterò in desolazione, e in zufolo, e in disertamenti eterni”. Il Signore indirizzò a Geremia delle parole molto dure da riferire al popolo di Giuda e a tutti gli abitanti di Gerusalemme. Visto che non vi era stata ubbidienza da parte del popolo, anzi le loro azioni erano malvagie tali da dispettare il Signore, allora Dio userà Nebucadnesar per castigare il Suo popolo. E’ interessante osservare come questo re pagano venga definito dal Signore “mio servitore”, in quanto egli faceva parte di un preciso piano di Dio. Nebucadnesar sarà lo strumento nelle mani del Signore per distruggere e per mettere in desolazione il paese. Perché questo? Perché vi è stata disubbidienza e opere malvagie. Il Signore mantiene ciò che dice, anche quando parla di giudizio e di castigo. Perciò in Is 1:7, troviamo proprio un’ulteriore conseguenza della ribellione e disubbidienza di Israele, il paese è desolato.

§§ le vostre città sono arse con il fuoco §§ Is 1:7 ð Gr 2:15, Gr 51:58. Is 1:7, prosegue andando ancora di più nel dettaglio. Il Signore precisa che le città sono addirittura arse con il fuoco.
Gr 2:15 ð In Gr 2, viene proprio sottolineata la desolazione del paese ed il fatto che anche le città sono arse. E’ scritto “Ascoltate la parola del Signore, casa di Giacobbe, e voi tutte le famiglie della casa d'Israele… il mio popolo ha fatti due mali: hanno abbandonato me, fonte d'acqua viva, per cavarsi delle cisterne, cisterne rotte, che non ritengono l'acqua. Israele è egli servo? È egli uno schiavo nato in casa? perchè dunque è egli in preda? I leoncelli hanno ruggito, ed hanno messe le loro grida contro a lui, ed hanno ridotto il suo paese in desolazione; le sue città sono state arse, senza che alcuno vi abiti più”. Anche questo preciso messaggio così duro, è indirizzato alla casa di Giacobbe e alle famiglie della casa d’Israele. Quale è la colpa del popolo? Essi hanno compiuto due cose malvagie: hanno abbandonato il Signore, il Quale è la fonte dell’acqua viva e si sono costruiti delle cisterne screpolate, cisterne che non possono contenere l’acqua. Quale stoltezza! Egli è divenuto preda di leoncelli, ovvero di invasori stranieri che hanno ridotto il suo paese in desolazione e le cui città sono state arse. Ecco che ritroviamo ciò che è scritto in Is 1:7. Non vi è più alcuno che abiti in queste città e l’origine di tutto questo è il peccato del popolo: essi hanno abbandonato il Signore. Il Signore, per noi, è sempre l’unico punto di riferimento? Oppure anche noi rischiamo di rivolgerci alle cisterne screpolate?
Gr 51:58 ð In Gr 51, è scritto che le larghe mura di Babilonia saranno arse. Il testo afferma “Siccome Babilonia è stata per far cadere gli uccisi d'Israele, così cadranno a Babilonia gli uccisi di tutta la terra… Perciò, ecco i giorni vengono, dice il Signore, che io farò punizione delle sculture di quella, e per tutto il suo paese gemeranno uomini feriti a morte. Avvegnachè Babilonia fosse salita in cielo, ed avesse fortificati i luoghi altissimi per sua fortezza, pur le verranno i distruttori da parte mia, dice il Signore… Perciocchè sopra lei, sopra Babilonia, è venuto il distruttore, e gli uomini valorosi di essa sono stati presi, i loro archi sono stati spezzati; perciocchè il Signore è l'Iddio delle retribuzioni; egli non manca di rendere il giusto pagamento. Ed io inebbrierò i principi di quella, e i suoi savi; i suoi duci, e i suoi satrapi, e i suoi uomini prodi, sì che dormiranno un sonno perpetuo, e non si risveglieranno giammai, dice il Re, il cui Nome è Il Signor degli eserciti. Così ha detto il Signor degli eserciti: Le larghe mura di Babilonia saranno spianate fino al suolo, e le sue alte porte saranno arse col fuoco; e i popoli avranno lavorato invano, e le nazioni a pro del fuoco, e si saranno stancati”. Questo testo è molto importante, in quanto ricorda che , se da una parte Israele ha dovuto pagare (e paga tuttora) le conseguenze della sua ribellione, anche i popoli pagani pagheranno le conseguenze della loro ribellione. Nel testo osservato troviamo Babilonia, la quale era piena di sculture e nello stesso tempo era la responsabile di molti omicidi nei confronti di Israele. E’ vero che il Signore ha usato Nebucadnesar come suo strumento, ma bisogna anche affermare che quando si dà luogo alla propria malvagità, approfittando di un momento favorevole, bisogna pagarne le conseguenze. Perciò il Signore punirà Babilonia per le sue sculture ed anche se Babilonia fosse salita al cielo, la distruzione sarebbe comunque avvenuta. L’uomo cerca con le sue forze, di costruirsi dei ripari, ma se non vi è il ravvedimento, niente e nessuno può sfuggire al giudizio di Dio. Il Signore è l’Iddio delle retribuzioni e la sentenza del Signore è lapidaria: le mura di Babilonia, caratterizzate da resistenza e apparentemente indistruttibili, cadranno e le porte saranno arse con il fuoco. Infatti l’impero babilonese, è stato sconfitto. Non vi è niente di troppo difficile per il Signore e questi testi confermano una volta di più che l’unico nostro rifugio e sostegno è il nostro Dio.

§§ i forestieri divorano il vostro paese, in presenza vostra §§ Is 1:7 ð Gr 30:16 – Ez 12:19. Ancora il testo di Is 1:7 prosegue dichiarando che, dopo la desolazione e le città arse con il fuoco, i forestieri divorano il paese.
Gr 30:16 ð In Gr 30, il Signore dichiara ad Israele che tutti quelli che la divorano saranno divorati. E’ scritto “Perciocchè, così ha detto il Signore: Il tuo fiaccamento è senza rimedio, la tua piaga è dolorosa. Non vi è alcuno che prenda in mano la tua causa, per guarir la tua piaga; tu non hai alcuni medicamenti per risaldarla. Tutti i tuoi amanti ti hanno dimenticata, non ti ricercano; perciocchè io ti ho percossa d'una battitura da nemico, d'un gastigamento da crudele; per la grandezza della tua iniquità, perché i tuoi peccati sono accresciuti. Perchè gridi per lo tuo fiaccamento? la tua doglia è insanabile. Io ti ho fatte queste cose per la grandezza della tua iniquità perché i tuoi peccati sono accresciuti. Ma pure, tutti quelli che ti divorano saranno divorati, e tutti i tuoi nemici andranno in cattività, e quelli che ti spogliano saranno spogliati, e darò in preda tutti quelli che ti predano”. Il principio che troviamo in questo testo è uguale a quello visto per quanto concerneva Babilonia. E’ vero che il Signore ha punito Israele per la grandezza della sua iniquità ed è altresì vero che lei è stata dimenticata da tutti i suoi amanti e che la sua doglia è insanabile. Ma il Signore dichiara anche un’altra cosa “tutti quelli che ti divorano, saranno divorati”, cioè coloro che sono venuti contro di te, saranno altresì giudicati. Israele ritornerà dalla cattività (Gr 30:10). Israele non poteva rimanere impunito per i suoi numerosi peccati, ma il Signore sa anche consolare il Suo popolo. Non dimentichiamoci di questa lezione: anche se gli empi in questo mondo possono prosperare, ciononostante, se essi non si ravvedranno saranno condannati eternamente. Il Signore è il giusto Giudice. In Ez 12, vengono rivolte parole dure nei confronti di Israele “E di' al popolo del paese: Il Signore Iddio ha detto così intorno a quelli che abitano in Gerusalemme, nella terra d'Israele: Mangeranno il loro pane con ansietà, e berranno la loro acqua con smarrimento; perciocchè il paese d'essa sarà desolato, e spogliato di tutto ciò che vi è, per la violenza di tutti quelli che vi abitano. E le città abitate saranno deserte, e il paese sarò desolato; e voi conoscerete che io sono il Signore” (Ez 12:19). Come si diceva prima, Israele non può rimanere impunito. Perciò in questo testo possiamo osservare che invece di mangiare in tranquillità fiduciosi del soccorso del Signore, il popolo mangerà caratterizzato da quell’ansietà dovuta al giudizio del Signore sul paese. Ma tutto questo aveva come scopo quello di promuovere la conoscenza del Signore. Il Signore non giudica per una sorta di cinismo, ma per far capire all’uomo la gravità del suo peccato. Ma in Is 1:7, il popolo non aveva ancora capito questo.

§§ e questa desolazione è come una sovversione fatta da strani §§ Is 1:7 ð Am 4:11, 2 Pi 2:6. Questa è l’amara conclusione di Is 1:7. La desolazione di cui è caratterizzato il popolo d’Israele è paragonata ad una sovversione operata da ignoti, da strani.
Am 4:11-12 ð In Am 4, il Signore stesso dichiara che il Signore aveva sovvertito Israele, nella stessa maniera che aveva sovvertito Sodoma e Gomorra. Il Signore parla duramente, ma giustamente nei confronti di Israele. Egli, sottolineando l’evento della distruzione di Sodoma e Gomorra, dichiara “Io vi ho sovvertiti”. Sodoma e Gomorra, sono state completamente distrutte, ma nel caso di Israele, nonostante il giudizio del Signore, gli ebrei “sono stati come un tizzone scampato dal fuoco”, salvato da un incendio. Ma nonostante questo, nonostante la disciplina di Dio ed il Suo giudizio essi non sono tornati al Signore. Tutto ciò è molto grave se si pensa che si sta parlando di quel popolo con cui il Signore aveva stretto un patto (Es 19). Perciò il Signore lancia un avvertimento ad Israele e la frase che il Signore dichiara in questo momento si può dire che risulta la dichiarazione centrale del libro di Amos, “Preparati allo scontro con il tuo Dio”. A causa delle iniquità di Israele, il rapporto che intercorre tra questo popolo ed il Signore non può essere paragonato ad un incontro pieno d’amore e di comunione, ma ad uno scontro. Da questo impariamo veramente come sia assolutamente importante mantenere costantemente un rapporto di intima comunione con il Signore. Perché avere comunione interrotta con il nostro Dio significa inevitabilmente, che saremo privati di quelle benedizioni che Egli ci vuole donare.
2 Pi 2:6-8 ð In 2 Pi 2, viene ricordata la sovversione fatta dal Signore verso Sodoma e Gomorra. E’ scritto chiaramente che il Signore ha condannato queste città, non soltanto a causa delle loro iniquità e abominazioni, ma anche per porle come esempio per tutti coloro che vogliono vivere empiamente. Ecco perché l’uomo empio, lontano dal Signore, dovrebbe fermarsi e riflettere profondamente sulla sua situazione davanti a Dio. Lot è scampato da quella distruzione, in quanto sebbene lui avesse fatto delle scelte sbagliate, pure era travagliato, angosciato per la condotta iniqua degli abitanti di queste città. La sua anima era tormentata per tutte quelle scelleratezze che venivano effettuate quotidianamente e perciò la Scrittura lo definisce “giusto”. Anche noi, dobbiamo sempre di più imparare ad avere ribrezzo del peccato, ad averlo in abominio, in quanto esso non è soltanto trasgressione, ma un’offesa alla santità di Dio. Ma per quanto riguarda Israele, il suo atteggiamento dimostra che non provava abominio verso il peccato, in quanto il peccato faceva parte del suo comportamento.


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