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Il libro del profeta Isaia

Ultimo Aggiornamento: 17/02/2007 16:16
24/01/2007 13:39
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§§ Guai alla nazione peccatrice §§ Is 1:4 ð 1 Gi 3:4 – Ez 5:6. I vv.4-6 mettono chiaramente in evidenza una situazione estremamente critica. Già dalle prime parole del v.4 si può osservare tutto questo §§ Guai alla nazione peccatrice §§. Quando nella Parola di Dio troviamo il termine “Guai”, significa che il Signore sta mandando un solenne avvertimento intorno ad una situazione spirituale negativa. Infatti se si continua con un atteggiamento di ribellione e stoltezza nei confronti del Signore, si pagheranno le dovute conseguenze.
1 Gi 3:4 ð In 1 Gi 3, Giovanni dichiara in maniera lapidaria che il peccato è la trasgressione della legge. Egli infatti afferma “Chiunque fa il peccato fa ancora la trasgressione della legge; e il peccato è la trasgressione della legge. E voi sapete ch'egli è apparito, acciocchè togliesse via i nostri peccati; e peccato alcuno non è in lui. Chiunque dimora in lui non pecca; chiunque pecca non l' ha veduto, e non l' ha conosciuto. Figlioletti, niuno vi seduca: chi opera la giustizia è giusto, siccome esso è giusto. Chiunque fa il peccato, è dal Diavolo; poichè il Diavolo pecca dal principio; per questo è apparito il Figliuolo di Dio, acciocchè disfaccia le opere del Diavolo”. Il peccato è trasgressione della legge. Nell’Antico Testamento, la legge indicava in maniera inequivocabile ciò che è la volontà di Dio e che cosa il Signore voleva dall’uomo. Ma l’uomo è perfettamente incapace di adempiere la legge. Ecco perché è venuto il Signore Gesù, Colui che ci ha purificato da ogni peccato, che ha tolto i nostri peccati. Ma è altresì vero che ancora accade, purtroppo che pecchiamo nei confronti del Signore. Ma ciò che noi dobbiamo ricercare è sempre la comunione con il nostro Signore e sempre la nostra vita deve dimorare in Lui. Paolo poteva dire in Ga 5 che se camminiamo per lo Spirito non adempiremo i desideri della carne ed è vero. Questa è la ricetta spirituale che bisogna sempre seguire. L’uomo naturale che vive nel peccato e che con la sua condotta dimostra di seguire il Diavolo, dimostra altresì di non aver mai conosciuto il Signore. Egli segue il padre della menzogna, colui che è omicida fin dal principio. Per quanto riguarda noi, quando noi pecchiamo, possiamo forse dire di aver avuto comunione con il Signore? Di aver seguito la voce dello Spirito? Noi abbiamo la nuova natura che sempre contrasta, combatte con la vecchia natura. Ma il nostro obiettivo deve essere quello di tendere verso la perfezione. In Ez 5, il Signore rimprovera proprio Gerusalemme dicendo che Egli l’aveva posta in mezzo alle nazioni, ma come essa si è comportata? Ecco quale è stato il suo comportamento “Ma ella ha trasgredite le mie leggi, per darsi all'empietà, più che le nazioni; ed ha trasgrediti i miei statuti, più che i paesi ch'erano d'intorno a lei; perciocchè hanno rigettate le mie leggi, e non sono camminati ne' miei statuti”. Come si è visto, peccato e trasgressione sono due termini fortemente legate e proprio la trasgressione e l’empietà erano le caratteristiche spirituali di Gerusalemme ai tempi in cui il Signore parlava attraverso Ezechiele. La volontà di Dio, i Suoi statuti non avevano più importanza per Israele. Il loro cammino era storto, deviato dai sentieri antichi. E noi che strada stiamo seguendo? Che la nostra comunione sia costante e continua con il Signore.

§§ al popolo carico d’iniquità, alla schiatta dei maligni §§ Is 1:4 ð Sl 64:2, Ro 1:29. Is 1:4, è davvero ricco di definizioni certamente poco lusinghiere per il popolo di Israele. Il Signore si rivolge ad esso con ulteriori due definizioni che sottolineano il degrado spirituale nel quale erano caduti §§ popolo carico d’iniquità, schiatta dei maligni §§.
Sl 64:2 ð Nel Sl 64 il salmista invoca il Signore affinchè Egli ascolti la sua voce, in quanto egli era spaventato da quelli che erano i suoi nemici. Perciò al v.2, il salmista fa una precisa richiesta al Signore “Nascondimi dal consiglio dei maligni, e dalla turba degli operatori d'iniquità”. I maligni e gli operatori d’iniquità sono tra loro intimamente legati, in quanto hanno un denominatore comune: il peccato. Infatti il salmista evidenzia come si manifestava la loro malvagità, aguzzando la loro lingua, ed elaborando pensieri malvagi (vv.3-5). Certamente ciò che fa il mondo, può incutere un certo timore e paura. Ma dobbiamo sempre tenere presente che dalla nostra parte vi è il Signore che ci protegge come uno scudo. IL salmista non si è affidato sulle sue forze, ma ha invocato l’Eterno nella distretta. Ma deve veramente fare riflettere quello che è il potere distruttivo del peccato.
Ro 1:29 ð In Ro 1, l’apostolo Paolo parla di quegli uomini che sono ingiusti ed empi e che hanno mutato la verità in ingiustizia. Essi sono inescusabili, in quanto la potenza di Dio si vede chiaramente nella creazione e nelle Sue opere. Essi non hanno ringraziato il Signore, ma si sono abbandonati ad ogni atto infame, ad ogni abominio, perciò Dio li ha abbandonati a loro stessi, per una scelta precisa che essi hanno fatto. Perciò Paolo elenca ben 23 caratteristiche negative di questi empi “essendo ripieni d'ogni ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, d'omicidio, di contesa, di frode, di malignità; cavillatori, maldicenti, nemici di Dio, ingiuriosi, superbi, vanagloriosi, inventori di mali, disubbidienti a padri ed a madri; insensati, senza fede ne' patti, senza affezione naturale, implacabili, spietati”. Quindi, possiamo osservare una manifestazione d’iniquità sotto ogni sua forma. Non soltanto questi uomini non hanno glorificato il Signore, ma hanno commesso atti nefandi che inevitabilmente attirano su di loro l’ira di Dio. Se non vi è ravvedimento, allora vi sarà il giudizio. Tra tutte queste caratteristiche è interessante osservare che vi è anche la malignità, quale caratteristica dell’empio. Ebbene anche verso Israele, il Signore deve dichiarare che essi sono dei maligni, sono degli operatori d’iniquità, perciò non vi è nessun timore del Signore. E’ triste considerare che proprio il popolo eletto, con cui il Signore fece un patto, si comporti in questo modo. Ma il Signore continua con un ultima definizione.

§§ ai figliuoli perduti §§ Is 1:4 ð Lu 15:24, 32 – 1 Ti 3:16 Il Signore li definisce anche §§ figliuoli perduti §§. E’ sicuramente una definizione molto grave che in un certo senso ricorda la situazione in cui si era venuto a trovare il figlio prodigo.
Lu 15:24, 32 ð In Lu 15, il Signore Gesù racconta la parabola del figlio prodigo. Questo figlio che si era allontanato dal padre e dalla famiglia, con tutti i suoi beni in breve tempo dissipò ogni cosa, vivendo in maniera dissoluta. Egli fu costretto, a causa di una grave carestia, di andare da uno degli abitatori di quella contrada che gli diede il compito umiliante di pasturare i porci. Ma egli ritornò in se e decise di ritornare al padre chiedendo umilmente perdono. Così fece, il padre lo abbracciò teneramente e potè dire “Portate qua la più bella vesta, e vestitelo, e mettetegli un anello in dito, e delle scarpe ne' piedi. E menate fuori il vitello ingrassato, ed ammazzatelo, e mangiamo, e rallegriamoci; perciocchè questo mio figliuolo era morto, ed è tornato a vita; era perduto, ed è stato ritrovato. E si misero a far gran festa”. Prima questo figlio era perduto, ora è stato ritrovato. Che cosa è avvenuto? Il ravvedimento da parte di questo figlio. Prima ha vissuto in maniera dissoluta, ha pagato le conseguenze di questa sua scelta, ma quando ha chiesto perdono a suo padre, egli è diventato un figlio ritrovato. Ma Israele? In Israele non vi è traccia di ravvedimento, ecco perché sono definiti §§ figliuoli perduti §§. Il Signore vorrebbe da loro il ravvedimento, ma essi persistono nelle loro empietà. Per quanto riguarda noi, non dobbiamo pensare che il ravvedimento sia un atteggiamento manifestato solo al momento della conversione. Tutti i giorni noi dobbiamo chiedere perdono al Signore e abbandonare il peccato. Il Signore ha mostrato verso di noi immensa pietà. E’ scritto in 1 Ti 3:16 “E senza veruna contraddizione, grande è il mistero della pietà: Iddio è stato manifestato in carne, è stato giustificato in Ispirito, è apparito agli angeli, è stato predicato ai Gentili, è stato creduto nel mondo, è stato elevato in gloria”. Ecco che cosa ha fatto il Signore per ciascuno di noi! Si è manifestato in carne, ha preso forma di servo, si è sacrificato sulla croce per noi ed è risorto per la nostra giustificazione. Da peccatori perduti, siamo divenuti dei peccatori salvati per la Sua grazia. Come quel padre ha avuto pietà di suo figlio, così il Padre nostro ha avuto pietà di noi.

§§ Hanno abbandonato il Signore §§ Is 1:4 ð De 29:25, Eb 13:5. Is 1:4, prosegue, mettendo in evidenza ora non più delle definizioni ma degli atti che il popolo d’Israele ha compiuto. Infatti essi §§ hanno abbandonato il Signore §§.
De 29:25 ð In De 29, sono descritte quelle conseguenze che Israele avrebbe dovuto subire se avesse abbandonato il Signore. E’ scritto “QUESTE son le parole del patto, che il Signore comandò a Mosè di fare coi figliuoli d'Israele nel paese di Moab; oltre al patto ch'egli aveva fatto con loro in Horeb… E si dirà: Perciocchè hanno abbandonato il patto del Signore Iddio dei loro padri il quale egli aveva fatto con loro, quando li ebbe tratti fuor del paese di Egitto; e sono andati, e hanno servito ad altri dèi, e li hanno adorati; dèi, i quali essi non avevano conosciuti; e i quali il Signore non aveva loro dati per parte. Laonde l'ira del Signore si è accesa contro a questo paese, per far venir sopra esso tutte le maledizioni scritte in questo Libro; e il Signore li ha estirpati d'in su la loro terra, con ira, con cruccio e con grande indignazione; e li ha cacciati in un altro paese come oggi appare”. Se vi fosse stato da parte di Israele la ribellione e l’abbandono nei confronti del Signore, l’ira del Signore si sarebbe manifestata e invece di essere un popolo benedetto, avrebbe conosciuto le conseguenze della sua disubbidienza. Il Signore avverte solennemente l’uomo, sulle conseguenze delle sue scelte. Servire altri dèi era un atteggiamento che non poteva essere tollerato dal Signore, in quanto Egli doveva avere il primo posto e solo a Lui bisognava rendere il proprio culto e adorazione. Ma il Signore in Is 1, deve amaramente constatare che il Suo popolo lo ha abbandonato, nonostante tutte le benedizioni elargite a lui. Il Signore è sempre al primo posto nel nostro cuore? Siamo intimamente vicini a Lui, oppure talvolta ci siamo allontanati? Teniamo presente che anche noi paghiamo le conseguenze della nostra disubbidienza al nostro Dio.
Eb 13:5 ð In Eb 13, l’autore alla lettera agli Ebrei evidenzia invece quello che è l’atteggiamento del Signore nei nostri confronti, cioè Egli non ci lascia e non ci abbandona. Infatti afferma “Sieno i costumi vostri senza avarizia, essendo contenti delle cose presenti; perciocchè egli stesso ha detto: Io non ti lascerò, e non ti abbandonerò. Talchè possiamo dire in confidanza: Il Signore è il mio aiuto; ed io non temerò ciò che mi può far l'uomo”. Come siamo diversi noi dal Signore. Se noi rischiamo diverse volte di disubbidire a Lui e di allontanarci, Egli invece mantiene ferme e salde le Sue promesse e sempre il Suo occhio amorevole è su di noi. Egli non ci lascia e non ci abbandona, in quanto siamo i Suoi figli riscattati dal prezioso sangue di Cristo. Proprio a motivo della Sua fedeltà, noi possiamo tutti insieme dichiarare che il Signore è il nostro aiuto, è il nostro tutto, e che a motivo di queste Sue virtù, non temeremo l’uomo. Teniamo presente tutto questo non per abusare della pazienza di Dio, ma per imitare il Signore. Come Egli non ci lascia e non ci abbandona, così rimaniamo attaccati a Lui nel nostro cammino su questa terra.

§§ hanno dispettato il Santo d’Israele §§ Is 1:4 ð Nu 14:11, Gm 44:8. Dopo aver sottolineato che il popolo aveva abbandonato il Signore, Egli prosegue evidenziando ancora di più lo stato spirituale degradante nel quale Israele si era venuto a trovare. Infatti Dio stesso dichiara che essi §§ hanno dispettato il Santo d’Israele §§.
Nu 14:11 ð Alla fine del capitolo 13 del libro dei Numeri, si può osservare una netta contrapposizione. Da una parte possiamo osservare Caleb (Nu 13:31), che dopo aver spiato il paese nel quale Israele doveva entrare, dichiarò di andare pure verso quel paese e conquistarlo (anche Giosuè era animato dalla stessa fede di Caleb), ma dall’altra parte gli altri dieci esploratori infamarono il paese che avevano esplorato dicendo che il popolo che abita in esso è troppo forte per abbatterlo. Perciò, proprio all’inizio del cap.14, il popolo d’Israele si comportò in maniera empia ed infedele. Mentre Giosuè e Caleb, dissero che il paese spiato era un buon paese e con il favore del Signore, sicuramente ci sarebbe stata la vittoria, dall’altra parte il popolo, come si comportò? “Allora tutta la raunanza disse di lapidarli; ma la gloria del Signore apparve a tutti i figliuoli d'Israele, nel Tabernacolo della convenenza. E il Signore disse a Mosè: fino a quando mi dispetterà questo popolo? e fino a quando non crederanno essi in me, per tutti i miracoli che io ho fatti nel mezzo di lui?” E pensare che subito prima, Giosuè e Caleb avevano esortato il popolo a non ribellarsi al Signore. Questo episodio dimostra a chiare lettere, quanto Israele fosse un popolo dal collo duro. Nonostante la fede di Giosuè e Caleb che si manifestava in mezzo al popolo, esaltando il Signore e ponendo fiducia in Lui, il popolo non ha imparato la lezione. Invece di inginocchiarsi e adorare il Signore, preferisce contendere e dispettare il Signore. Il Signore deve dichiarare con tristezza “Fino a quando”. E in Is 1:4, si può osservare che questa espressione “Fino a quando” è continuata. Il popolo d’Israele dispetta il suo Dio, lo abbandona, si ribella a Lui. Stiamo molto attenti anche noi, a rimanere sempre di più ancorati sul Signore e prendiamo esempio da tutti quei nostri fratelli e sorelle che, come Caleb e Giosuè, sono caratterizzati dalla fede viva, genuina, operante.
Gm 44:8 ð In Gm 44, il Signore deve pronunciare delle parole amare verso Israele. Egli deve dichiarare che la Sua ira è versata e ha divampato le città di Giuda e Gerusalemme. E nello stesso tempo egli afferma “Ed ora, così ha detto il Signore, l'Iddio degli eserciti, l'Iddio d'Israele: Perchè fate voi questo gran male contro alle anime vostre, per farvi distruggere del mezzo di Giuda, uomini, e donne, e fanciulli, e bambini di poppa, e non lasciarvi alcun rimanente? dispettandomi colle opere delle vostre mani, facendo profumi ad altri dèi, nel paese di Egitto, dove siete venuti per dimorarvi; acciocchè siate sterminati, e siate in maledizione, e in vituperio, appo tutte le nazioni della terra”. Se l’ira del Signore si manifesta è esclusivamente per colpa del popolo d’Israele. Infatti Dio interroga il popolo chiedendo il perché di questo grande male sopra le loro anime, perché essi vogliono farsi distruggere. Ma non vi è altra via d’uscita. Invece di ravvedimento, il popolo ha preferito dispettare il Signore con le loro malvagie azioni, peccando d’idolatria nei Suoi confronti. Anche quando noi dobbiamo pagare le conseguenze della nostra disubbidienza, dobbiamo tenere presente che è sempre per colpa nostra che giunge il castigo e la disciplina di Dio. Non è forse meglio godere delle Sue benedizioni, piuttosto che sperimentarne la privazione? Impegniamoci sempre a camminare come piace al Signore, perché dispettarLo, significa andare incontro al Suo giusto castigo.

§§ si sono alienati e rivolti indietro §§ Is 1:4 ð Ef 4:18, Cl 1:21. Is 1:4, termina, con quest’ultimo atteggiamento evidenziato dal Signore: essi si sono alienati e rivolti indietro.
Ef 4:18 ð In Ef 4, l’apostolo Paolo esorta a non camminare come gli altri Gentili, i quali sono caratterizzati da una mente vana “ottenebrati nell'intelletto, alieni dalla vita di Dio, per l'ignoranza che è in loro, per l'indurimento del cuor loro”. Una, volta, prima della nostra conversione, noi eravamo in questa situazione deplorevole. Eravamo lontani dal Signore, alieni dalla vita di Dio, avevamo una mente ottenebrata da Satana ed un cuore rigido ed indurito. Ma da quando siamo nati di nuovo, la nostra situazione è radicalmente cambiata. E tale cambiamento deve vedersi e manifestarsi. E’ triste constatare come il popolo d’Israele abbia dimostrato con quest’ultimo atteggiamento, proprio l’indurimento del loro cuore. Invece di essere attaccati al Signore, vicini a Lui, essi si sono rivolti indietro. Sono divenuti in pratica degli apostati. Da questo possiamo veramente constatare quanto il messaggio di Isaia sia necessario.
Cl 1:21 ð In Cl 1, sempre Paolo sottolinea ed esalta la Persona del Figlio Eterno di Dio. Egli è l’immagine dell’Iddio invisibile, il primogenito di ogni creatura, il Capo della Chiesa e per mezzo di Lui e in vista di Lui sono state create tutte le cose. Inoltre Paolo specifica che è piaciuto al Padre di fare abitare in Lui tutta la pienezza e che mediante il Suo sangue, vi è stata una perfetta riconciliazione. E’ sempre bellissimo constatare queste caratteristiche e qualifiche meravigliose facenti parte della Persona di Cristo. E al vv.21 l’apostolo ricorda proprio il nostro passato di tenebre, in cui eravamo alieni da Dio “E voi stessi, che già eravate alieni, e nemici con la mente, nelle opere malvagie; pure ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, per la morte, per farvi comparire davanti a sè santi, ed irreprensibili, e senza colpa”. Prima vi era inimicizia tra noi e Dio, prima eravamo nemici di Dio, intenti soltanto a mettere in pratica malvagità su malvagità, ma grazie esclusivamente al Signore, siamo stati riconciliati, purificati e giustificati. Israele, in Is 1:4, si è ribellato, ha dispettato il Signore e si è rivolto indietro da Lui, ma noi proseguiamo fidenti, fissando il nostro sguardo su di Lui.


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