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Cercando Paolo

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2024 15:43
09/01/2024 00:49
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4- Il cittadino romano
Paolo apparteneva alle tre culture più importanti del suo tempo: la cultura romana, la cultura greca e la cultura ebraica. La sua formazione e le sue radici gli hanno quindi conferito una mente ampia, una versatilità eccezionale.

La sua cultura latina
Questo ebreo di Tarso era orgoglioso della sua cittadinanza romana. “Sono cittadino romano”. Userà questo titolo a suo vantaggio in molte occasioni. Essere cittadino romano significava beneficiare di uno status molto speciale che dava il diritto di partecipare alla vita pubblica e soprattutto che dava garanzie giudiziarie e fiscali a coloro che appartenevano alla minoranza che godeva di questo privilegio. Era il più alto titolo nobiliare dell'Impero Romano e l'unico simbolo di "posizione" sociale dell'epoca.
La cittadinanza romana conferiva tre privilegi principali
Paolo beneficerà per tutta la vita di questa dignità che ha ereditato dal padre. Allora c'erano solo da quattro a cinque milioni di cittadini romani in un impero di circa 55 milioni, meno del dieci per cento della popolazione totale.
La cittadinanza romana conferiva tre privilegi principali: il diritto di voto, il diritto all'immunità da pene disonorevoli e il diritto di essere processato nella più alta corte dell'Impero.

L'acquedotto del Pont du Gard: monumentale architettura romana al servizio della salute pubblica.


Strada romana vicino a Tarso in Türkiye, luogo di nascita di Paolo.

Il Colosseo di Roma rimane ancora oggi uno dei principali monumenti della città.
Quanto al diritto di voto, non sappiamo se Paolo lo esercitasse nella sua città di Tarso. Poteva partecipare all'assemblea popolare dove si discuteva e si decideva tutto ciò che riguardava la vita e l'organizzazione della città. Solo i cittadini romani avevano questo diritto di partecipare alle assemblee. Erano esclusi donne, schiavi, liberti e stranieri. I greci chiamavano questo sistema democrazia, da demos (popolo) e kratia (governo). In realtà non si trattava di un "governo del popolo", bensì del governo di una ristretta élite di cittadini privilegiati.
Il secondo vantaggio includeva l'immunità da punizioni disonorevoli.
Nella città di Filippi, Paolo otterrà le scuse dai giudici che lo avevano condannato alle percosse senza giudizio. In seguito, a Gerusalemme, fu invocando questo privilegio che riuscì a scampare per un soffio alla fustigazione. Condannato a morte, non sarà crocifisso, né bruciato negli orti di Nerone, né gettato nell'arena alle bestie feroci, come molti cristiani. Sarà decapitato, morte più onorevole per un cittadino romano.
Il terzo privilegio servirà a Paolo durante la prima udienza davanti al nuovo governatore Festo, a Cesarea marittima. Disperato, per sfuggire ai congiurati che avevano deciso di assassinarlo, chiederà di essere processato davanti alla corte suprema dell'imperatore, a Roma (Atti 25, 11), richiesta che gli sarà accolta.
Questo "appello a Cesare" potrebbe essere stato un errore tattico da parte di Paolo. Infatti, come ha osservato il re Agrippa dopo l'udienza: "Potevamo liberare quest'uomo, se non si fosse appellato a Cesare" (At 26, 32); ma Paolo conosceva i suoi compagni ebrei molto meglio del re Agrippa. Se fosse tornato a Gerusalemme, sarebbe stato assassinato lungo la strada.
Roma era un'attrazione irresistibile per Paolo di Tarso. Centro di tutti i poteri, questa città sembra aver svolto un ruolo determinante nel suo programma missionario. Il suo avanzare progressivo, deliberato e ardito, da Oriente a Occidente, corrisponde a un piano prestabilito di conquista di Cristo, alla capitale del mondo. Roma divenne per lui il simbolo dell'universalità del cristianesimo.
La cittadinanza romana spiega ampiamente l'ampiezza di mente di Paolo e il suo desiderio di infrangere la chiusura mentale del giudaismo del suo tempo
La cittadinanza romana spiega in gran parte l'apertura mentale di Paolo, la sua comprensione dei non ebrei e la sua lealtà allo Stato, una lealtà che gli ispirava parole gentili e inviti alla preghiera per i detentori dell'autorità pubblica.
La cittadinanza romana è stata una risorsa importante nel suo sforzo per infrangere la chiusura mentale del giudaismo del suo tempo e arrivare a un cristianesimo universale.


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