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Torre di Babele e "empirismo"

Ultimo Aggiornamento: 24/03/2012 14:52
24/03/2012 14:52
Post: 1
Registrato il: 09/06/2004
Utente Junior
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Un saluto a tutti, da qualche giorno mi ronza per la testa una interpretazione un po' strana della vicenda della Torre di Babele.

La confusione delle lingue non sarebbe solo una proliferazione di linguaggi diversi ma anche un fatto gnoseologico ovvero di interpretazione e conoscenza della realtà.


L'idea di base della Torre è che l'uomo può competere con Dio, può essergli pari.

Questo diventa un fatto legato alla nostra conoscenza del mondo.
Riconoscere Dio come superiore significa accettare la verità, una verità superiore e vedere la realtà così com'è.

Raccontarci che siamo come Dio significa mentire e mentirci, cioè anteporre alla realtà che percepiamo la realtà che costruiamo dentro di noi, personale o della nostra tribù.

Questa realtà è una menzogna, slegata dal mondo esterno e legata alle nostre fantasie interiori e in quanto tale non è comprensibile agli altri, tantopiù se gli altri fanno la stessa cosa.

La mia idea è che la proliferazione delle lingue sia questo: il singolo e la sua tribù vedono le cose in maniera diversa dagli altri perché non vogliono vederle come sono ma attraverso la loro distorsione della realtà.

Pensavo in questi giorni che la base dell'interazione del cristiano con il prossimo è l'opposto, ovvero è anteporre il rispetto per le esigenze dell'altro, la necessità di farsi suo prossimo ai propri occhiali sul mondo.

Faccio un esempio venuto da una lettura di qualche domenica fa: Gesù non aspetta la samaritana ma va lui al pozzo dove lei prende l'acqua e le parla. La "verità" dei giudei era che i samaritani erano gente da evitare ma lui invece li incontra e cerca di capirli:


Le disse Gesù: «Hai detto bene "non ho marito"; 18 infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero»


Gesù sa chi è lei per i suoi poteri soprannaturali ma è anche vero che invece di condannarla dialoga.


«Credimi, donna, è giunto il momento in cui né su questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre. 22 Voi adorate quel che non conoscete, noi adoriamo quello che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23 Ma è giunto il momento, ed è questo, in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità; perché il Padre cerca tali adoratori.


E quindi il riportare il focus sull'Essere Superiore fa superare la Babele delle divisioni.

So che può suonare un po' strambo ma come ragionamento può tenere?




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