Ciao, nell'attesa di una tua presentazione, come richiesto dal moderatore provo a darti una mia impressione .
Gli avvenimenti militari raccontati nei brani citati ( e a seguire) raccontano con singolare obbiettività, cosa difficile da ritrovarsi in altrettanti documenti storici di altri popoli coevi, quello che effettivamente avvenne, durante le fasi di occupazione territoriale.
Ossia, il popolo di Israele , nel tempo, si integrò con le popolazioni autoctone, non ci furono, salvo pochi casi, vere proprie battaglie di conquista. E' accertato storicamente come in realtà l'amalgama delle popolazioni indigene, con quella ebrea, avvenne gradualmente e incessantemente nel tempo.
Storicamente, sembra infatti che ci siano state singole e graduali occupazioni ed integrazioni più o meno spinte, con contaminazioni cultuali più o meno accentuate.
Nella fattispecie, evidentemente il fatto stesso che una battaglia abbia avuto un esito solo parzialmente positivo, è indice di un racconto certamente veritiero e storicamente avvenuto.
Dio chiaramente non può perdere.
Con certezza l'ebreo legge diversamente il racconto per come questo è stato da noi tradotto.
In che senso?
La traduzione evidentemente è corretta tuttavia, il senso che rimane è che fintanto che Dio è con il suo popolo, il suo popolo vince. Nel momento in cui il suo popolo opera di "testa" sua, viene a meno la mediazione divina e può o meno, incorrere in perdite di guerra più o meno clamorose.
Il motivo militare è ", ... perché avevano carri di ferro" il motivo "teologico" sebbene non è specificato, è perché evidentemente Dio non aveva dato loro il benestare nel rincorrere il nemico nelle pianure.
Attenzione, il soggetto del passo è Giuda.
E' la tribù di Giuda che "non riuscì a scacciare" ....non Dio!
Aggiungo che la sequenza dei passi a seguire, compresi nel capitolo, evidenziano come solo pochi re e popolazioni autoctone furono guerreggiate e vinte , in accordo con le rilevanze archeologiche e gli studi storici.
Claudio