Si, pure io la penso in questo modo.
Dio non può tentare nessuno ed egli stesso non tenta nessuno.
Sono pienamente d'accordo con voi quando suggerite il ragionamento che sia sempre e comunque la nostra concupiscenza, il nostro "razzolare male" ad essere motivo di peccato.
.....Detto questo, io credo che il Signore Gesù volesse insegnare che il fedele, il cristiano deve chiedere al Padre di non essere messo in situazioni per le quali lui, a causa della sua carnalità e passione, venga addescato dalla tentazione.
oppure
"......Non permettere che veniamo indotti in tentazione"
Oppure
" Non ci abbandonare nella tentazione"
Ancora una volta la responsabilità è la nostra e non di Dio Padre che non ci ha "protetti" a dovere se e quando un cristiano, cade.
Cade dunque la visione di un Dio come quelli del panteon greco, per capirci, che possa dilettarsi, se non invocato, nel tentare i Suoi figlioli.
Allora, nel momento in cui Dio Padre chiede ad Abraamo di sacrificarGli il figlio Isacco, a prescindere dal "gesto profetico" a vostro avviso, come è da inquadrare la cosa?
Veramente aveva bisogno che Abraamo dimostrasse la sua fedeltà a Dio ?
Non è OT.
Abbiamo visto che allontanare la tentazione, è allontanare dal peccato e parimenti non è accettabile, pensare ad un Dio che giochi con l'uomo.
Ecco io credo proprio questo:
"Padre non permettere che si veda la mia nudità, le mie miserie umane, le mie debolezze.Perdona i mie limiti."
Abraamo, come dice Paolo, sapeva dunque per fede, che in qualche modo Dio lo avrebbe sollevato dal compiere il gravoso ordine.Fu una prova per Abraamo, e non test di Dio.
Claudio