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Filippesi 2, 5-11

Ultimo Aggiornamento: 15/08/2022 11:19
08/02/2007 11:18
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Continuando l’analisi della scrittura di Filippesi 2, al versetto 7 possiamo notare un’altra interessante sfumatura: “ma svuotò se stesso, assumendo la natura di schiavo, e facendosi simile all’uomo”.(Ediz. Salani)
Lo svuotamento a cui Paolo fa riferimento, è lo spogliamento della gloria celeste e della divinità che caratterizzavano la persona di Cristo prima ancora di accettare di rivestire la forma d’uomo, la sua intera somiglianza all’uomo, divenendo uno ‘schiavo’ di Dio, secondo la descrizione profetica di Isaia 53,7 .
In un suo studio sull’argomento, il Professor F. Salvoni (1907-1982), teologo e biblista, commentò questo passaggio della Scrittura dicendo che: “Adamo disubbidendo tentò di farsi uguale a Dio (cf Ge 3, 5): volle divenire uguale a Dio nell’autodeterminarsi come voleva, nel conoscere il bene e il male; ma anziché elevarsi a Dio, decadde; Cristo vi riuscì con l’ubbidienza, che lo pose alla destra di Dio. Gesù avrebbe potuto conquistare il mondo senza soffrire (tentazione); con le sue doti poteva ridurre tutta l’umanità ai suoi piedi; ma questo sarebbe stato un rapire a Dio tale dominio, un farsi uguale a Dio «per rapina»”.
Martin Werner, (1887-1964), professore all’Università di Berna dal 1927 al 1957, in un suo libro commenta la scrittura di Filippesi dicendo: “In questo caso l’apostolo si serve di un concetto di trasformazione della figura. Egli ha cura di esprimere in tal modo il delicato nesso: il sopraterreno, preesistente Cristo si è privato della sua «divina» (cioè celeste) «figura», la ha permutato nella figura di uno schiavo... Ciò significa che egli è apparso in forma simile a quella di un uomo e che in tutto il suo aspetto è divenuto uguale a un uomo (Filippesi 2, 6 ss.); perciò Dio lo ha mandato «in una figura simile alla carne del peccato» (Romani 8, 3) … In Dio non c’è mutamento. L’idea appare esplicita perfino nel Nuovo Testamento (Giacomo 1, 17). Se il Cristo celeste fosse stato uguale a Dio per natura, sarebbe stato impossibile, per quella mentalità, l’avvento di Cristo in terra, così come sarebbe stato impossibile ammettere la stessa cosa per Dio Padre… il Dio trascendente e assoluto, che secondo I Timoteo 6,16 nessuno ha visto e nessuno potrà mai vedere.”

Ciò che Paolo sostiene nella sua lettera ai Filippesi, è che Gesù si spogliò della sua divinità, per diventare ‘Figlio dell’uomo’, il “secondo Adamo”, completamente e totalmente identico all’immagine del primo Adamo.

Emmaus@
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